Le videointerviste di ASCARÉ - Uno storytelling sullo sviluppo locale

Tra i percorsi di ASCARÉ c'è anche uno storytelling, ovvero un "racconto", che abbiamo voluto comporre raccogliendo alcune testimonianze direttamente da quegli attori dello sviluppo locale che, a titolo diverso, partecipano alla attuazione delle politiche per la creazione del valore sul territorio. Attori istituzionali, soggetti imprenditoriali, interlocutori di iniziative di aggregazione che nei loro rispettivi contesti e secondo le specificità del proprio ruolo di cui abbiamo già offerto una riflessione nelle del nostro Progetto. 

Come in ogni racconto, c'è una precisa scelta narrativa che ci ha guidato in questa composizione. Con l'obiettivo di sviluppare, appunto attraverso la narrazione diretta dei testimoni, alcuni temi-chiave che sono stati oggetto degli incontri di aula, e proiettare questi stessi temi fuori dal contesto didattico, per poterli rappresentare nella loro dimensione realizzativa e perché possano servire da ulteriore spunto di riflessione nella aggregazione di soggetti e di "oggetti" (i contenuti, cioé) delle Comunità Professionali di ASCARÉ. Il racconto è dunque un insieme di "prospettive", di punti di osservazione: il racconto di queste testimonianze, che vi proponiamo così come le abbiamo raccolte in Abruzzo e in giro per l'Italia, sono una rappresentazione concreta di scenari dove l'attuazione delle politiche per lo Sviluppo prende una sua propria forma, e chiede il confronto con le nuove, possibili, forme realizzative che possono generarsi dalle opportunità della Programmazione. Le videointerviste saranno presto fruibili dalle pagine della Comunità ASCARÉ in InnovatoriPA e disponibili sulla .

Ecco chi abbiamo incontrato e perché.

Alla abbiamo ascoltato Vittorio Calaprice, analista politico e Responsabile dei Rapporti con le istituzioni nazionali e gli stakeholders della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Con lui abbiamo voluto approfondire il ruolo di "agenti di sviluppo" degli Enti Locali, nella cornice del nuovo ciclo di Programmazione e sulle opportunità offerte dai Programmi tematici della Commissione. In particolare, gli abbiamo chiesto in che modo gli Enti Locali possono orientare, da un lato, la ricerca di risorse per lo sviluppo e coniugare, dall'altro, lo sviluppo con l'esigenza di risorse finanziarie per la gestione ordinaria del territorio. In altri termini, come tenere distinti i due ambiti e come "far lavorare" le risorse per lo sviluppo in un quadro programmatico di governo del territorio.

"La capacità istutuzionale degli Enti Locali nel ciclo di programmazione 2014 - 2020"

In abbiamo incontrato Gennaro Tornincasa, Presidente della Sezione "Servizi Innovativi", che ci ha offerto uno sguardo sul rapporto tra imprese e Istituzioni locali sullo scenario delle risorse per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Si tratta dello sguardo di una “parte”, di quel partenariato socio-economico che ha lavorato alla definizione della Programmazione Regionale sui Fondi Strutturali per il ciclo 2014-2020, e più precisamente dello sguardo “dalla parte” di una associazione datoriale che svolge un ruolo-chiave non solo in termini di rappresentanza degli interessi propri del tessuto produttivo locale ma, evidentemente, anche nella sua qualità di “aggregatore” di risorse immateriali come conoscenza, competenze e capacità del “saper fare”, capitale e valore delle imprese locali. Noi abbiamo messo sul tavolo due temi: il tema della domanda comune a imprese locali e Amministrazioni territoriali, rappresentata dall’esigenza di risorse per lo sviluppo, di risorse cioè per investimenti; e il tema delle regole, che vede al centro l’esigenza della “semplificazione” come fattore abilitante dell’efficacia delle risorse per investimenti.

di questa videointervista
"Spazi e regole di partecipazione. Una prospettiva da Confindustria Abruzzo"

Alla abbiamo discusso con il Presidente, Roberto Di Vincenzo, del sistema di relazioni tra economia, istituzioni del territorio e scelte della Programmazione Regionale, scegliendo di confrontarci con una parola-chiave che può rappresentare queste relazioni: "sinergia". Qual è lo spazio della sinergia tra imprese ed Istituzioni locali sullo scenario delle risorse comunitarie e, più in particolare, come possono incontrarsi il sistema delle competenze degli Enti Locali da un lato, e delle imprese del terziario dall’altro a supporto della realizzazione degli obiettivi strategici della nuova Programmazione regionale? Questa è la domanda centrale con cui abbiamo guidato il racconto del nostro testimone.

"Il ruolo dell'economia del Terziario nei processi di sviluppo locale"

Dalla voce degli attori del sistema istituzionale, e di quella parte del sistema Istituzioni-imprese, il nostro racconto si snoda per incontrare alcune esperienze realizzative, come quella del , uno degli attuali quattordici Poli di Innovazione del sistema regionale abruzzese. IRENE è l’acronimo, in inglese, di Innovative and Responsible Economy Network, ossia Rete dell’Economia Innovativa e Responsabile, e tra le sue specificità vanno senz’altro annoverate la vocazione ed il carattere “trasversale” all’interno del sistema dei Poli di Innovazione, un aspetto che vuole concretizzarsi anche nella capacità di relazionare gli obiettivi della crescita sostenibile ai diversi comparti dell’economia territoriale. Con IRENE abbiamo avuto la possibilità di approfondire una delle parole-chiave del Piano formativo di ASCARÉ: la “capacità. Tra gli obiettivi strategici di IRENE ci ha particolarmente interessato quello della “massimizzazione del valore del territorio”, un concetto tipicamente economico e che richiama la capacità di creare sistemi di rete, e conquistare nuovi mercati: e dove l’elemento innovativo dominante sta nella capacità di ri-orientare la logica di impresa e le leve economiche dell’impresa, come il profitto, ad un obiettivo di condivisione e partecipazione per il territorio.

"Il Polo di innovazione "IRENE" . La rete dell'economia Innovativa e Responsabile"

L'incontro con Tito Stefanelli, tra gli animatori della , ha proiettato il nostro racconto sul tema della "Città" e delle "infrastrutture", come contesto e come motore dello sviluppo. Il significato di “infrastruttura” può contenere diverse forme: il collegamento fisico nello spazio, ma anche il collegamento e le relazioni tra dati e informazioni, o ancora il collegamento che è “connessione” tra persone e tra persone e territorio. CIVITAS è l’acronimo (City, Vitality, Sustainability, ovvero “città”, “vivacità”, “sostenibilità”) di una iniziativa co-finanziata a partire dal 2002 dall’Unione Europea e che negli anni ha generato opportunità di ricerca, sviluppo e confronto di soluzioni per il miglioramento della qualità delle infrastrutture di mobilità urbana ma, anche, dal punto di vista del contesto che ospita le infrastrutture, della qualità della vita delle città. Ma CIVITAS, nel nostro racconto, è anche un “modello di Comunità professionale” per la capacità di realizzare partecipazione di intelligenze, ricerca e competenze, rimesse a disposizione sul tavolo delle politiche urbane – e, indirettamente, su quello dello sviluppo locale.

"La rete "CIVITAS", una comunità di pratiche per le città in Europa"

Infrastruttura, Città, connessioni: il passo verso le "Smart Cities" e le "Smart Communities", ovvero le città e le comunità intelligenti, è breve. E allora, il capitolo successivo del racconto di ASCARÉ attraverso le parole degli attori dello sviluppo locale si sofferma proprio sul contributo che i prodotti e i processi dell'innovazione tecnologica possono offrire alla creazione di valore per il territorio. Ma approfondisce anche la dimensione "di sistema" che, nell'ambito delle opportunità della Programmazione comunitaria, può essere creata nella collaborazione tra imprese e Istituzioni locali. Una dimensione in cui la tecnologia può agire da facilitatore di processi di innovazione e, soprattutto, da facilitatore dell'incontro di competenze al servizio delle comunità locali. Tradotta in una definizione concreta di "Smart City", questa dimensione può creare una condizione di sistema proprio per le politiche di sviluppo locale, mettendo “in relazione” la valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale di una Comunità (attrattori culturali, storici e ambientali) con la gestione efficace del territorio e delle infrastrutture (come ad esempio la gestione dei servizi fondamentali dell’Ente Locale). Di tutto questo abbiamo parlato con Giuseppe Capocelli, Dirigente di IBM Italia SpA, che partendo dalla concreta esperienza del (co-finanziato nell'ambito del PON Ricerca sul precedente ciclo di Programmazione) ci ha esposto il punto di vista di una impresa multinazionale all'interno di un partenariato pubblico-privato. 

di questa videointervista
"Il caso “ORCHESTRA”. Una infrastruttura di Smart City per lo sviluppo locale"

C'è un altro tema che abbiamo affrontato nel nostro percorso, e che un "caso di studio" realizzato proprio sul territorio abruzzese ci ha offerto l'opportunità di approfondire - e, dunque, di raccontare. Il tema della finanza, o per meglio dire, della capacità di coinvolgere nell'attuazione delle politiche per lo sviluppo locale competenze e attori del sistema finanziario. Utilizzare le risorse della Programmazione come "leva finanziaria" per sostenere l'imprenditorialità sul territorio, sperimentare un modello di partecipazione pubblica agli strumenti di venture capital, ai capitali cioè di rischio in accompagnamento alla creazione di nuove imprese innovative: questo è stato realizzato con , come ci è stato illustrato da Rocco Micucci (Presidente di Fi.R.A. SpA) nella significativa struttura "", uno spazio di co-working e per l'incubazione di giovani imprese aperta all'interno della Stazione ferroviaria di Pescara. “START UP – START HOPE” è il nome e, insieme, la “forma” con cui la Finanziaria Regionale Abruzzese SpA gestisce il fondo costituito dalla Regione Abruzzo nell’ambito di una specifica linea di Azione del POR FESR Abruzzo 2007-2013. Un caso particolarmente innovativo, per obiettivi, complessità e finalità di realizzazione e che trova il suo spazio nel racconto di ASCARÉ anche in termini di "congiunzione" tra universi, potenzialmente, paralleli e ancora una volta come declinazione concreta del significato di "fare innovazione" per lo sviluppo locale.

di questa videointervista
"Il progetto “START UP START HOPE”. Un incontro tra pubblico e privato per le imprese locali"

Incontrando Francesco Mastromauro, Sindaco del (TE), che ci ha parlato di ALESLI - Alleanza Locale per l’Europa, lo Sviluppo locale e l’innovazione, il nostro racconto torna di nuovo verso la prospettiva delle Istituzioni locali e, soprattutto, verso l'approfondimento del tema dell'Associanismo come strumento di facilitazione per le Amministrazioni territoriali. Abbiamo parlato anzitutto delle scelte sulla "forma" di aggregazione di Enti Locali del territorio abruzzese, nello specifico realizzata attraverso lo strumento della Convenzione, e quindi degli indirizzi che l'Alleanza Locale per l'Europa si è data per creare e gestire "relazioni efficaci" tra i diversi Comuni e verso le Istituzioni regionali, nazionali e comunitarie.

"Una alleanza locale per l'Europa. Competenze partecipate per la progettazione europea"

Con Paolo Pigliacelli, Responsabile Progetti della , abbiamo voluto approfondire la dimensione del confronto e della collaborazione tra le Istituzioni del Governo locale sul tema della “cultura dell’ambiente”: una formula che sintetizza la capacità di declinare il patrimonio ambientale in risorsa per lo sviluppo sociale di un territorio, insieme alla capacità di creare un’economia sostenibile per il territorio. Anche in questo caso si tratta di analizzare forme e contenuti di un "sistema di partecipazione" alle politiche per lo sviluppo, un sistema dove gli Enti Locali ed in particolare le Amministrazioni Comunali di piccole dimensioni (che, per le caratteristiche del territorio, si ritrovano necessariamente coinvolti nella attuazione di politiche per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale) rappresentano uno "snodo strategico". In questa prospettiva, le stesse politiche per l'ambiente non vanno lette come politiche "di settore", quanto piuttosto come parte di una visione più ampia sullo sviluppo economico e sociale del territorio. Come possono essere reciprocamente valorizzate le capacità di due possibili “poli” di governo di una economia sostenibile basata sulla tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale, e cioè da un lato il soggetto specializzato nella salvaguardia delle risorse naturali (il Parco) e dall’altro i soggetti del Governo locale? Questa la domanda centrale di questa parte del racconto di ASCARÉ.

"La federazione FEDERPARCHI. Progettare per l'ambiente"

Per il capitolo conclusivo abbiamo lasciato la parola al Governo Regionale, incontrando Sabrina Saccomandi presso l’Ufficio Fiduciario di Assistenza Specialistica della Presidenza della . Abbiamo messo sul tavolo, al centro di questo dialogo conclusivo, tre temi. Il tema della continuità tra gli indirizzi comunitari e la Programmazione Regionale sul terreno delle “connessioni” tra i sistemi urbani e le aree interne, uno scenario che restituisce centralità agli Enti Locali ed in particolare ai Comuni. Poi il tema della “responsabilità” degli Enti Locali nella filiera attuativa della Programmazione Regionale, responsabilità non intesa esclusivamente in termini procedurali bensì, più profondamente, culturali: una dimensione che incide sulla consapevolezza dei ruoli e, soprattutto, sulla qualità delle procedure e degli obiettivi. Infine, spostandoci dalla “visione” generale ad un aspetto più specifico, e proseguendo con la parola-chiave della centralità dei territori, abbiamo discusso delle priorità che la strategia regionale ha inteso assegnare alle aree interne.

"Ruolo e coinvolgimento degli Enti Locali, nuova Programmazione Regionale e sviluppo locale"