Siracusa, Spending review: "Passa anche dalla riduzione dei quartieri", così l'assessore Pane

letto 626 voltepubblicato il 27/06/2014 - 17:01, in Osservatorio Spending Review

"Tratto da SiracusaNews.it"

Al Comune di Siracusa la spending review passa anche attraverso una riduzione dei Quartieri. A sostenerlo è l'assessore al Bilancio, Santi Pane, il quale reputa impossibile che una città come Siracusa, con poco più di 120 mila abitanti, continui a mantenere una struttura di decentramento amministrativo come quella attuale, formata da ben nove Circoscrizioni.

Non è una considerazione che discende solamente dall'esigenza, pur fondamentale, di un contenimento dei costi oggi sostenuti dalla Pubblica Amministrazione, ma va correlata ad una analisi di merito sulla funzionalità e produttività di questi organismi. Né - è bene precisarlo sin dall'inizio - sussiste una sorta di pregiudizio sull'operato dei Presidenti e dei Consiglieri di Quartiere, molti dei quali, ad onor del vero, esplicano la loro attività con grande impegno ed in modo encomiabile. Ma è un dato di fatto, tangibile, che - così come funziona adesso - la macchina amministrativa del decentramento lascia molto a desiderare e fa storcere il naso a moltissime persone. L'argomento susciterà, presumibilmente, prese di posizione e giudizi di ogni genere, sia in una direzione che nell'altra.

 

L'assessore Pane sintetizza il tutto in 4 aspetti:

1) Perché nove Circoscrizioni in una città come Siracusa?

Senza andare troppo lontano, anche geograficamente, mi limito ad osservare che in una città come Catania sussistono oggi solo 6 circoscrizioni (con provvedimento del dicembre 2012, il Consiglio Comunale di quella città ne rimodulò il numero da 10 a 6); Palermo, capoluogo di Regione, conta invece appena 8 circoscrizioni e Messina 6. La situazione di Siracusa, sotto questo profilo, appare surreale.

2) Una sintetica analisi dei costi.

Le nove circoscrizioni aretusee impiegano risorse finanziarie per oltre 2.240.000 euro, tra costo del personale (quasi 1.500.000 euro), indennità di carica ai Presidenti e "gettoni di presenza" ai Consiglieri (quasi 360.000 euro), a cui vanno aggiunti capitoli di spesa non indifferenti per il funzionamento, fitto di locali, consumi energetici, telefonia, ecc.. ecc.. Il costo suddetto é peraltro destinato ad aumentare negli anni ed è certamente in difetto, non tenendo conto di altre componenti che, sia pure indirettamente, gravano sul funzionamento delle Circoscrizioni (si pensi, ad esempio, al costo per gli addetti di Polizia Municipale che presenziano alle attività ed alle riunioni dei Consigli). Allo stato attuale, i Consigli di Quartiere impiegano circa 53-55 dipendenti comunali fissi, la cui attività si esplica prevalentemente nel rilascio di carte di identità e di certificazioni varie, che peraltro potrebbero e sono destinare a ridursi, anche drasticamente, in un contesto generale che si avvia sempre di più verso la autocertificazione e le attività on line. Credo che non possiamo permetterci, al giorno d'oggi, questo rapporto costi-produttività, senza considerare il grande beneficio che si potrebbe trarre assegnando buona parte di questo personale ad altre mansioni, anche più qualificate, o ad altri uffici che invece 'soffrono' per carenza di personale. Quest'ultimo tema, da solo, sarebbe suscettibile di analisi e confronto che in questa sede non possiamo affrontare; è sufficiente qui mettere in evidenza il concetto di base o la ratio di un simile tipo di intervento

3) La proposta

E' quella, sempre restando in un quadro di sintesi, di ridurre a 4 le attuali Circoscrizioni, ottenendo così una sensibile riduzione degli attuali costi: quindi mantenendo le due frazioni più distaccate di Cassibile e Belvedere, per i ben comprensibili motivi legati alla "lontananza" ed alla loro specificità, e raggruppando in 2 macroquartieri i restanti (es.: una Circoscrizione nord, comprendente gli attuali quartieri di Epipoli, Tiche, Akradina e Grottasanta ed una ulteriore raggruppante invece Ortigia, Borgata e Neapolis). Ma si potrebbe anche prevedere una più radicale rimodulazione, quale risultato di un ulteriore approfondimento che tenga conto di aspetti di svariati aspetti tecnici legati ad una diversa concezione e configurazione delle Circoscrizioni. Questo non significa affatto disperdere il valore storico e culturale e le specificità proprie di ciascuno dei vecchi quartieri, ma risponde solo ad un piano logico di razionalizzazione delle funzioni politico-amministrative, oggi svilite, e che di fatto fanno pensare ad un vero e proprio carrozzone che grava, pesantemente, su ciascun dei contribuenti (si richiama, a tal riguardo, quanto sopra riportato sulle determinazioni cui sono pervenuti Comuni, ben più grandi del nostro, in ordine ad una più funzionale e ridotta struttura organizzativa del decentramento).

4) Come fare?

La strada è molto più semplice di quel che si possa pensare. Non occorrono adempimenti e tempi lunghi, né interventi legislativi o regionali. Come contempla espressamente l'art.2 del Regolamento sul Decentramento" …il numero delle Circoscrizioni possono essere modificati con deliberazione del Consiglio Comunale…". Quindi solo 'volontà politica'; le ragioni sono tutte esposte sopra e vanno nella direzione di una ricerca di razionalizzazione e di efficientamento nella gestione della cosa pubblica, abbandonando ogni retorica sul (falso) ruolo politico oggi esercitato dai Consigli di Quartiere. Per tale iniziativa ho già trovato la condivisione dell’assessore al ramo Maria Grazia Cavarra, ma non sono pochi anche i Consiglieri che vorrebbero muoversi in questa direzione. Sarebbe un bel segnale che la nuova classe dirigente può dare alla città ed ai siracusani.