La relazione della Commissione per la revisione della spesa comunale di Perugia

letto 1160 voltepubblicato il 25/03/2015 - 14:27, in Osservatorio Spending Review

"Concludendo sei mesi di lavori che hanno impegnato assessori, consiglieri comunali e tutti gli uffici del Comune di Perugia, è stata depositata la relazione che analizza, pur in sintesi, i tanti e vari ambiti della spesa comunale, con l'obiettivo di ridurla e contenerla nei limiti delle risorse effettivamente disponibili. 

Il metodo della più ampia e trasparente partecipazione e condivisione, per la puntuale e complessiva conoscenza di come vengono impiegate le risorse versate dai cittadini di Perugia nelle casse comunali, costituisce modello distintivo di come intende sempre più procedere questa amministrazione comunale. 

Con la premessa vengono spiegati quadro, contesto e obiettivi, che potranno essere conseguiti con lo stesso generoso spirito comunitario che ha segnato l'impegno di questa commissione."

E' quanto si legge sul sito del Comune di Perugia.

Vi riporto anche un articolo di Andrea Luccioli pubblicato proprio oggi su , che ne propone una sintesi.  

Ottanta pagine circa, una lunga introduzione e centinaia di dati che passano ai raggi x le voci di spesa del Comune di Perugia. Ma anche soluzioni per operare una riduzione dei costi in capo a Palazzo dei Priori. Parliamo della relazione sull’operato della “Commissione per la revisione della spesa comunale” che l’assessore Francesco Calabrese, “inventore” e organizzatore delle riunioni della commissione stessa, ha realizzato in queste settimane e  ha infine consegnato a consiglieri, assessori e sindaco.
Le difficoltà del bilancio
Una lunga premessa in cui vengono ripercorsi i primi mesi della Giunta Romizi, le difficoltà estive legate al Bilancio e l’approccio con cui la nuova amministrazione ha avviato la sua opera di messa in sicurezza dei conti e una certezza: «Ci siamo trovati ad affrontare una gravissima emergenza che abbiamo anche evitato di rendere pubblica, per non alimentare tensioni e rimanere concentrati solo a ricercare le soluzioni».
Calabrese, sempre nella premessa, fa anche un passaggio sulle critiche che hanno accolto e accompagnato la commissione Spending review e le singolari prese di posizioni di chi, a cominciare dall’opposizione, ha contestato la legittimità dell’organismo.
La nuova linea sulla spesa
Nel documento Calabrese mette in chiaro un principio che, a partire da quest’anno, dovrà guidare l’azione della Giunta Romizi: «Si deve spendere quanto si dispone». Per il 2015 significa dover spendere diciotto milioni di euro in meno, così come prevedono i tagli previsti dal governo Renzi.
«Non possiamo continuare a considerarci un mondo a parte dove prima si decide la spesa, poi si  va a caccia delle risorse - scrive Calabrese - Con questa logica, non a caso, Perugia è al massimo vertice delle tasse e tariffe possibili». Come nel caso delle tariffe per le lampade votive che sono - si afferma nella relazione - 5/6 volte superiori al resto dei Comuni italiani. Nella relazione si legge poi dell’ipotesi “dissesto” di cui si era parlato nei mesi scorsi e dei tre centri di spesa che più di ogni altro mettono in sofferenza il bilancio di Palazzo dei Priori: Minimetrò, ciclo dei rifiuti e convenzioni.
Arriviamo ora a pagina 14. Da qui iniziano i 18 capitoli in cui vengono affrontati altrettanti centri di spesa comunale e nei quali si avanzano le possibili riduzioni da effettuare. Ecco alcune delle voci più interessanti.
La “spending” voce per voce
Locazioni passive.
 Nel bilancio comunale i fitti passivi pesano per 2,9 milioni di euro. La prima riduzione prevista riguarda gli uffici di via Scarlatti; col loro trasferimento, che sarà completato a luglio, si risparmieranno circa 377mila euro. Possibili risparmi potrebbero arrivare dalla locazione del Centro per l’impiego (101mila euro l’anno) e da una serie di locali del Comune a Ponte San Giovanni che, riorganizzati, potrebbero generare risparmi di oltre 133mila euro entro il 2017. Ci sono poi altri esempi di locazioni da “aggredire”, mentre la sola partita delle spese legate alle sedi di Giustizia (che a breve non saranno più in capo al Comune) potrà generare 1,5 milioni di euro di minore spesa.
Energia elettrica. Lo scorso anno il Comune ha speso 5,6 milioni di euro per i vari consumi di energia elettrica, dalle utenze ai lampioni. Con l’utilizzo di nuove lampade a led e una revisione della gestione dei punti luce, nella relazione si ipotizza un risparmio che potrà andare da 500mila euro al milione.
Biblioteche comunali. Il Comune gestisce nove biblioteche comunali, con dei costi di gestione annui pari a 1,9 milioni di euro. Qui è già stato operato un taglio per quanto riguarda la convenzione sulla gestione e si lavorerà affinchè a fine anno, con la scadenza del contratto, vengano effettuate ulteriori riduzioni dei costi.
Attività culturali-turismo. Un capitolo di spesa che supera i 4,5 milioni di euro. In questo caso, si legge nel documento, si rende necessaria una riduzione di alcune voci come quella relativa alla convenzione con “Sistema museo” e un taglio importante di alcuni contributi a molti zeri che il Comune opera nei confronti dell’Accademia delle belle arti, Umbria Jazz, Teatro stabile dell’Umbria e via dicendo. Taglio in vista anche la voce “servizio infopoint turistici”, che da 139mila euro annui dovrà scendere del 50%.
Vigilanza urbana. Parliamo di una voce di spesa che vale ogni anno 2,6 milioni di euro. In questo caso si intende intervenire sul “servizio di gestione e notifiche delle contravvenzioni”, esternalizzato, che costa 593mila euro. L’obiettivo è quello di reinternalizzare questa attività. Ipotizzato anche un taglio dei costi per la manutenzione dei “PhotoRed”, che pesano per 135mila euro ogni anno. Nel 2013 sono state elevate 8mila 364 multe con queste apparecchiature, per un’entrata di 168 euro a sanzione, da ridurre del 50% nel caso di pagamento entro 5 giorni.
Mobilità. Per il sistema del trasporto pubblico locale Perugia spende ogni anno 15,7 milioni di euro. Voce che va ridotta, si legge, già da quest’anno. Qui la partita si gioca, principalmente, sul tavolo regionale. Il Comune, infatti, vuole che venga effettuata una diversa ripartizione delle risorse relative al Fondo regionale per il Tpl (Traposrto pubblico locale). Le trattative, come scritto su queste colonne, sono in corso.
Servizi educativi. Tra asili, scuole, mense e trasporti, Palazzo dei Priori spende qualcosa come 9,9 milioni di euro l’anno. Alcune voci, si legge nella relazione, sono comprimibili. Soprattutto nel caso dei servizi per l’infanzia, dove una gestione estremamente “pubblica”, a differenza di quello che accade altrove, crea degli squilibri che possono essere corretti.
Organi politici. La spesa per questa voce sfiora i 700mila euro. La fetta più cospicua riguarda i gettoni di presenza dei consiglieri comunali: poco meno di 400mila euro all’anno. Sul punto, si legge, è necessario limare per quanto possibile «il diritto al gettone di presenza e permesso retribuito per assenza dal lavoro ai soli componenti effettivi delle commissioni».
Minimetrò. Questo capitolo ha meritato un apposito focus nella relazione. Al netto degli ammortamenti, il costo di esercizio del sistema è di oltre 8 milioni di euro (oltre l’Iva al 10%).  Un costo che ha più riprese è stato giudicato insostenibile. La via da praticare, secondo uno scenario realistico, è che «tutti i protagonisti di quei conti si mettono di particolare impegno per ridurre drasticamente costi insostenibili e non giustificabile per un Comune». A questo discorso si aggiunge poi quello relativo all’inserimento del Minimetrò nel Fondo regionale dei trasporti, soluzione caldeggiata a più riprese e per cui, come detto, è in corso un confronto con la Regione.
Nettezza urbana. In questo caso Calabrese si è preso la briga di andare a confrontare Perugia con un comune come Ravenna che, in base ad alcune caratteristiche territoriali e sociali, è del tutto analogo al capoluogo umbro. L’assessore ha così scoperto che il Pef (Piano economico finanziario) di Ravenna per la gestione del ciclo dei rifiuti nel 2014 ammontava a 25 milioni di euro, a Perugia a 36 milioni. «Nell’anno appena concluso Perugia ha speso 11 milioni in più di Ravenna, quando avremmo dovuto spendere ben meno». La spesa di Perugia «è totalmente fuori misura e persino clamorosa nel caso della raccolta differenziata che ai perugini costa il doppio, 8 milioni, rispetto ai ravennati. Differenza ingiustificabile». Le ragioni stanno tutte in «pesantissimi costi di gestione» che provengono dal passato. In questo caso Calabrese prevede la necessità di un taglio di almeno il 20% della spesa attuale, ovvero oltre 7 milioni.

La Relazione può essere scaricata al seguente link