Webinar I nemici della democrazia liberale nello spazio euro atlantico

letto 615 voltepubblicato il 12/11/2020 - 22:51

Sono grato della risposta di alto livello fornita a me e a tutti i partecipanti del webinar odierno dalla Dottoressa Furia. E' senz'altro vero che qualsiasi dottrina politica, in quanto sistema di pensiero creato da uomini, contiene elementi ideologici. L'ideologia si caratterizza per essere una visione "di parte" della realtà socio-politica od anche più generale di un determinato Paese in un determinato periodo storico. In particolare, il liberalismo è una corrente di pensiero che si afferma sin dai primi dell' '800 ( ricordo la libertà negativa dei moderni di B. Constant contrapposta alla libertà positiva degli antichi), ed è caratteristica della classe dei notabili e maggiorenti degli Stati occidentali. Esso trova però la sua matrice nella rivoluzione industriale inglese del secolo precedente ed è disgraziatamente connessa ad un volgare imperialismo commerciale delle grandi potenze europee che ha messo a soqquadro i fragili equilibri socio-antropologici dei popoli oggi detti "del Terzo mondo" od in "via di sviluppo", con il risultato che è sotto gli occhi di tutti. La "mia" idea della trasversalità socialdemocratica era basata sulla constatazione che un popolo "progredito" è formato da varie classi sociali e che, per governarlo con la maggiore equità possibile, bisogna venire incontro agli interessi di tutti, secondo una visione interclassista. Mi sembra perciò che l'idea socialdemocratica, fondata su una sorta di patto tra Capitale e Lavoro, tenti almeno di conciliare le opposte esigenze, ripudiando il massimalismo e i suoi effetti nefasti. E ciò vale tanto più per un paese travagliato e contraddittorio come l'Italia, che è necessario governare con spirito oggettivo ed imparziale al fine di ottenere risultati positivi sul piano della stabilità politica ed economica. Mi rendo conto che la rivoluzione digitale può in qualche modo aver reso obsolete queste idee: non siamo più nell' '800 o nei primi decenni del secolo scorso. Tuttavia sono convinto che l'accentramento delle risorse finanziarie va contro gli interessi dei ceti popolari e di ciò è prova l'abbassamento dei livelli occupazionali con diffuso malessere sociale. L'Italia non è mai stato un paese capitalista. Se la Borsa di Milano, confrontata ad es. con le borse di Londra Belino e New York. rivela le sue piccole dimensioni, ciò è dovuto alla scarsezza delle società quotate. Peraltro questa circostanza non è indice di povertà, perché la vera forza dell'economia italiana sta nelle piccole e medie imprese che operano al di fuori delle speculazioni di borsa.  Certo L'Europa è in crisi di legittimazione per svariati motivi, come la recessione economica che attanaglia gli Stati membri fin dal 2008. Secondo me, nel quadro della geopolitica internazionale, l'Europa Unita ha però una  precisa ragione di essere determinata dal formarsi di "blocchi", il più temibile dei quali è rappresentato dalla Cina, che, come ricordava un relatore di cui non ricordo il nome (e di ciò mi scuso sentitamente), è riuscita in una formidabile crescita economica pur nell'assenza dei diritti civili e politici.