Open source e Pubblica Amministrazione (anglosassone...)

letto 2490 voltepubblicato il 02/03/2009 - 16:51 nel blog di Salvatore Marras

Il governo britannico (in questo periodo mi sono particolarmente simpatici) adotterà soluzioni open source tutte le volte che "it delivers best value for money". Potrebbe significare tutte le volte che esiste un software libero e aperto che funziona!
Hanno calcolato un risparmio annuale di 600 milioni di sterline.

Lo strumento per attuare questa strategia è un , che dovrebbe:

  • assicurare che il governo adotti e utilizzi standard aperti per comunicare con i cittadini e le imprese
  • assicurare che le soluzioni open source siano accuratamente considerate e adottate quando sono convenienti per il governo
  • rafforzare le competenze, le esperienze e la capacità del governo e dei suoi fornitori nel trarre massimo vantaggio dall'open source
  • far diventare propria, nella amministrazione centrale e nei suoi fornitori, la cultura dello scambio, del riuso e dello sviluppo collaborativo
  • assicurare che gli integratori di sistemi e i fornitori di software proprietario dimostrino la stessa flessibilità e abilità nel riuso delle loro soluzioni e dei loro prodotti come avviene nel mondo open source

Le strutture del governo saranno tenute ad adottare l'open source tutte le volte che "there is no significant overall cost difference between open and non-open source products" semplicemente per la sua "inherent flexibility".

3 commenti

Mauro Murgioni

Mauro Murgioni04/03/2009 - 11:00
E' interessante evidenziare il punto di vista dal quale il Ministro per il "Digital Engagement", Tom Watson, ha affrontato la stesura dei 10 punti che caratterizzano la nuova policy per l'Open Source nella PA: "The world of technology has moved on hugely since we last set out our thinking on Open Source, which is why it was so important to update our policy. [...] Open Source software is a not a cure-all remedy and is not the only solution to IT questions. However, by levelling the playing field and allowing Open Source to be as competitive as possible we can ensure that taxpayers get maximum value for money from Government IT, something that is more important than ever during the worldwide financial climate." C'è quindi contemporaneamente la comprensione che l'Open Source è strutturale all'avanzamento tecnologico e non più un "accessorio" un po' naif (osservazione scontata per chi si occupa di tecnologie ma non banale per chi le osserva dal di fuori), e l'acquisizione di un punto di vista pragmatico che spoglia l'Open Source di una valenza ideologica, spostando la valutazione verso un punto di vista esclusivamente di mercato. Il termine utilizzato d'altronde non lasciava dubbi a quale fosse l'approccio: Open Source e non Free Software. Anche questa non è di per se una novità se non per il fatto che entra esplicitamente, e con una comprensione chiara del fenomeno, all'interno di una policy governativa ben chiara e strutturata.
Emanuele Tonelli

Emanuele Tonelli02/03/2009 - 21:56
... anche se a fatica Nella mia (piccola) organizzazione (PA locale circa 350 postazioni di lavoro) ho provato ad introdurlo, ma senza un approccio ortodosso; ecco dove: - sito web (gestione contenuti): Plone - mail server e groupware: e-groupware su piattaforma linux - postfix Considerazioni: - costo di avvio: un po' inferiore alla soluzione proprietaria - fatica: un po' superiore (immagino) alla soluzione proprietaria, ma accettabile - responso degli utenti: un po' di diffidenza, quasi superata interamente - costi futuri: mi auguro molto più bassi Attenzione però: la maggior parte dei sistemi gestionali sono integrati con software Microsoft e quindi non è materialmente possibile fare veramente tutto in open source Ultima cosa, non più tardi di un mese fa ad una presentazione (di un prodotto proprietario IBM) alcuni fornitori che propongono sia open source che soluzioni proprietarie mi dicono tra i denti: guarda che alla fine la PA è molto più avanti dell'impresa privata nel software aperto...
Marcello Testi

Marcello Testi10/03/2009 - 19:59
Ho il sospetto che la dichiarazione tra i denti non sia tanto fuori dal mondo. Forse a fare la differenza sono le dimensioni. In effetti, ho visto qualche grande azienda con settori che prendono seriamente l'open source, soprattutto in affiancamento a soluzioni proprietarie e per funzioni specifiche. Mentre mi sa che la dominante (numericamente) PMI italiana entra in un negozio e si porta a casa i suoi 1-5 PC con Windows e Office sopra (sempre se Office non se lo scarica dopo...); più o meno discorso simile per piccole applicazioni client-server (file server, print server, ecc.)