AGGIUNGI UN TASSELLO AL PUZZLE

 

Carissime amiche e amici innovatori un saluto per tutte/i!

L’ OBIETTIVO DEL NUOVO GRUPPO è condividere con chi ne ha voglia:

- una discussione che provi ad analizzare le problematiche della p.a. italiana (forse sono troppe!)

- un’ipotesi di possibili soluzioni che consentirebbero, a nostro modesto avviso, qualora attuate, il raggiungimento dell’obiettivo: una p.a. innovativa ed efficiente al servizio del cittadino.

- la formulazione di un’ elenco di proposizioni che sintetizzino le soluzioni.

- l'individuazione dell'anello che ci consenta di riagganciarci al Manifesto Amministrare 2.0.

   

- la disseminazione in rete  e con ogni mezzo del Manifesto, delle proposte collaterali, i “tasselli”, e del Decalogo Digitale.

 

PERCHE’ L’IMMAGINE DI UN PUZZLE?

Immaginiamo la p.a. innovativa come un puzzle, una realtà complessa, sistemica il cui efficiente funzionamento necessita dell’unione di tanti pezzi, tutti i tasselli, che servono per completare il puzzle.

Alcuni di noi ( Rosa Fogli, Daniela Orfei, Antonio Pandolfi., Danilo Cocco., Attilio Romita, Titti Cimmino., Simone Cocchi., Mauro Magnani, Laura Spampinato, Salvatore Agst&hellip., ……. ) con il contributo guida di Laura Manconi (grazie Laura!)

all’interno del Gruppo Processo alla p.a. digitale, hanno contribuito al dibattito e ne hanno individuati alcuni, e da quella sintesi vogliamo partire.

 

UNA P.A. INNOVATIVA :

1. FORNISCE IL MIGLIOR SERVIZIO AL CITTADINO SFRUTTANDO LA DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI E DEI SERVIZI

 

2. FAVORISCE ANCHE ATTRAVERSO IL LIBERO ACCESSO ALLA RETE LA FORMAZIONE PERMANENTE DELLE SUE RISORSE,

  

3. GARANTISCE LA FUNZIONALITA' E IL BENESSERE DEI/NEI LUOGHI DI LAVORO/ ACCESSO AL PUBBLICO anche evitando l’insorgere di fenomeni di mobbing.

 

4. PRIVILEGIA UN' OTTIMALE GESTIONE DELLE RISORSE UMANE CON LA RESPONSABILIZZAZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE

 

5. OSSERVA E DIVULGA TRA OPERATORI ED UTENTI  LA NORMATIVA SULLA P.A. DIGITALE ANCHE ATTRAVERSO LA DIVULGAZIONE DI UN DECALOGO DIGITALE CONTRIBUENDO ALLA FORMAZIONE E ALFABETIZZAZIONE INFORMATICA DEI CITTADINI (anche avvalendosi dell'ausilio degli URP)  

 

Grazie alla pervicacia di Attilio Romita (il promotore) stiamo provando a redigere un possibile DECALOGO DIGITALE , , il memorandum semplificato delle regole digitali di fatto disapplicate, anche perchè poco conosciute da utenti e dipendenti ,che serve a ricordare con parole semplici quanto stress e tempo si potrebbe guadagnare se solo si decidesse di applicare norme già esistenti, sulla digitalizzazione della p.a.

 

6. INFORMA IN AUTOMATICO PROFILO PER PROFILO (vedi portale Amministrazione Pubblica francese  che di recente si è arricchito con la possibilità per il cittadino di creare un account MON.SERVICE-PUBLIC.FR

che consente di avere l'accesso ad informazioni personalizzate) 

 

7. E' MOTORE DELLA DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DELLE NUOVE TECNOLOGIE E DEL LORO USO COME VETTORE PER LO SVILUPPO DEL PAESE E PER L'INNALZAMENTO DEI LIVELLI DI QUALITA' DELLA VITA DEI CITTADINI, E A TALE SCOPO PERSEGUE , AL SUO INTERNO (attraverso opportuni programmi di formazione, da attuarsi in proprio o sinergicamente con quelle amministrazioni che possiedano le competenze necessarie) E ALL'ESTERNO (sviluppando progetti di sussidiarietà orizzontale con singoli, associazioni, istituzioni della formazione disponibili in tal senso) DI ESSA, LA QUALIFICAZIONE SEMPRE CRESCENTE DELLA CULTURA DI BASE SU QUESTI ARGOMENTI NELLA SOCIETA'.

 

8. RICORRE A CONTRATTI DI SPONSORIZZAZIONE

 

E VOI QUALE TASSELLO AGGIUNGERESTE?

Per individuare i pezzi mancanti del puzzle e approfondire ancora i tasselli già posti ci serve il vostro contributo al dibattito.

Il gruppo è aperto e siete tutti invitati a partecipare.

Vi aspettiamo! J

Grazie.

61 commenti

Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 16:59
Rosa Fogli ci dice "La forza di coloro che sono motivati nel profondo è proprio questa: Continuare ad oltranza anche quando ti ridono in faccia, ti chiudono le porte , stanno in silenzio , non rispondono alle mail , .... e tanto altro ancora." sono d'accordo e sono disposto a passare per un pervicace seccatore ad oltranza. Ed aggiunge riguardo la possibilità della diffusione della cultura per l'uso da parte del Cittadino delle possibilità offerte dalla digitalizzazione dei servizi: Voglio dire che anche le Società di Software che producono Servizi hanno tutto l'interesse che questi Servizi vengano usati e allora perchè non coinvolgerli perchè sponsorizzino momenti di formazione sul territorio per anziani , giovani , casalinghe etcc affinchè diventino i PASSAPAROLA ? Su questo ho qualche dubbio per vari motivi. Il primo soprattutto economico: La Società di Servizi, che sono Imprese economiche, non ha alcun vantaggio diretto a diffondere conoscenza in quanto comporterebbe un costo ulteriore che non sempre le Amministrazioni sono disposte a pagare. La Società di Servizi non ha interesse a proporre questo servizio di education che normalmente è costoso, complesso da organizzare e che per essere di successo dovrebbe avere il gradimento di molte entità non sempre controllabili: il gioco non vale la candela. La diffusione della cultura dell'uso degli strumenti digitali dovrebbe essere un compito "istituzionale" di coloro che avendo ottemperato ad un obbligo di legge vogliono goderne i frutti, cioè la riconoscenza dei Cittadini per un servizio ben fatto. E' una illusione utopica? Forse, ma con forza, pervicacia, e...illusione visionaria, forse ci riusciremo.
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 10:46
Ciao Attilio , vorrei dirti che noi ci abbiamo provato e alla fine siamo riusciti a raccogliere otre 30.000 Euro da dare alle Scuole per sviluppare Laboratori creativi funzionali alla comunicazione di applicativi e-gov in ambito fiscalità . Le Aziende che hanno sostenuto in misura maggiore sono state Core Soluzioni Informatiche, Engineering e A&B . Non sono tanti 30.000 , ma se dovesse avvicinarsi al nostro gruppo un politico con le palle potrebbe sapere come fare per centralizzare le sponsorizzazioni in modo strategico NULLA è impossibile ...
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 10:46
Ciao Attilio , vorrei dirti che noi ci abbiamo provato e alla fine siamo riusciti a raccogliere otre 30.000 Euro da dare alle Scuole per sviluppare Laboratori creativi funzionali alla comunicazione di applicativi e-gov in ambito fiscalità . Le Aziende che hanno sostenuto in misura maggiore sono state Core Soluzioni Informatiche, Engineering e A&B . Non sono tanti 30.000 , ma se dovesse avvicinarsi al nostro gruppo un politico con le palle potrebbe sapere come fare per centralizzare le sponsorizzazioni in modo strategico NULLA è impossibile ...
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 10:46
Ciao Attilio , vorrei dirti che noi ci abbiamo provato e alla fine siamo riusciti a raccogliere otre 30.000 Euro da dare alle Scuole per sviluppare Laboratori creativi funzionali alla comunicazione di applicativi e-gov in ambito fiscalità . Le Aziende che hanno sostenuto in misura maggiore sono state Core Soluzioni Informatiche, Engineering e A&B . Non sono tanti 30.000 , ma se dovesse avvicinarsi al nostro gruppo un politico con le palle potrebbe sapere come fare per centralizzare le sponsorizzazioni in modo strategico NULLA è impossibile ...
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita01/12/2009 - 11:48
Rosa vedo che per essere più convincente hai ripetuto 3 volte il tuo commento. Come dicevano i latini: "melius abundare quam deficere"!!! Nel tuo commento la riga ....ma se dovesse avvicinarsi al nostro gruppo un politico con le palle potrebbe sapere come fare per centralizzare le sponsorizzazioni in modo strategico. è abbastanza criptica, forse una parola è saltata (forse un "qualcuno" dopo il "ma se"). Ma anche trovando il qualcuno un po pervicace, ottimista e che vuole agire, quale sarebbe il "gruppo politico", e questo gruppo ha entrature in altre città. NULLA è impossibile, TUTTO è fattibile, ma come diceva un illustre antico sapiente "Datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo".
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 12:21
- i tre commenti non sono stati voluti ... purtroppo ho spinto tre volte il tasto invio perchè non dava segni di vita :-))) - quando dico politico con le palle non esprimo preferenze di colore . E' il SOGGETTO che deve avere forza per crederci e il RUOLO istituzionale per farne una strategia . Voglio dirti che se sono io a bussare alla porta dello Sponsor , a nome del politico, bene che vada mi danno 3000 euro ... Se è il SINDACO che crea un nucleo nell'Ente per ottimizzare tutte le sponsorizzazioni entranti e fa STRATEGIA trasparente sul come spenderle investendo sui propri operatori e sugli studenti , il ritorno economico sarebbe di gran lunga superiore ! In questo modo potrebbe garantire incentivi ai dipendenti pubblici , risorse nelle SCUOLE , comunicazione indiretta agli operatori e agli studenti perchè gli uni e gli altri per trasmetterlo ai cittadini debbono formare se stessi .
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita01/12/2009 - 12:48
Grazie Rosa, chiarita la chiave di lettura. Il mio commento è che quello che Rosa propone è un corretto ciclo Virtuoso: unifichiamo il controllo su i fornitori, chiediamo ai fornitori un contributo "sociale", spendiamo "bene" questo contributo. Purtroppo nella viat reale non funziona così: il fornitore partecipa ad una gara, offre il prezzo minimo possibile remunerativo e poi fa salti mortali "più o meno leciti" per rientrare dei costi e guadagnare qualcosa, magari incassando le fatture 6-8 mesi dopo che sono state emesse. A questo punto noi gli chiediamo una sposorizzazione economica, lui la darà e ....se la frà restituire annegandola in qualche fattura. Tra l'altro, quale che sia una ipotetica trasparenza sempre abbastanza opaca, ci sarà sempre qualcuno che la vedrà come bustarella nascosta e ....qualche avvocato si guadagnerà giustamente la parcella. Alla fine il saldo sarà per la "gestione pubblica" sarà sempte passivo. "Ca c'est la vie!" come diceva una vecchia canzone francesw!
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 15:37
Attilio c'è modo di regolamentare in totale trasparenza il TEMA delle sponsrizzazioni negli Enti Pubblici . Esiste anche la possibilità di aprire Bandi per l'ammissione degli sponsor una volta inquadrato l'ambito. Vedi anche articolo http://www.lexced.it/articolo.aspx?ID=353 CIAO ROSA
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita01/12/2009 - 18:37
Questa potrebbe essere una buona strada. Grazie Rosa Ho cercato un po di informazioni per capire meglio questa forma contrattuale. Questa forma contrattuale è quella usata per il restauro di opere d'arte, ma è stato accettato che possa essere estesa ad altri ambiti di tipo culturale. Mi sembra che l'ENTE (amministrazione pubblica locale o centrale) dovrebbe: -emettere un bando per la sponsorizzazione di un intervento di "Alfabetizzazione informatica" o simile -invitare società o onlus a presentare un'offerta di sponsorizzazione -firmare un contratto "reale" -erogare, attraverso la società o la onlus, l'education. A prima vista sembra una strada assolutamente perfetta, ma per farla partire penso che sia necessaria una forte spinta politica, cioè la spinta di qualche politico che "vuole potersi vantare" dell'iniziativa. Chi ha la possibilità e le conoscenze per contatti politici, faccia il primo passo. Io a Roma ed altri amici in altre città potrebbero essere i latori della proposta verso l'uomo politico individuato ed avvisato. "Se son rose fioriranno"
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 11:10
B... URP! nuovo Inserito da Danilo Cocco il 30/11/2009, 10:08 Purtroppo, a conferma del fatto che determinate leggi non impongano obblighi ma opzioni (così almeno parrebbe dallo stato di attuazione di una pletora di norme che riguardano la PA, centrale o locale che sia), Io ho sempre pensato che una legge impone un obbligo anche se non è accompagnata da una sanzione. Soprattutto nel caso di leggi dirette alla PA, in questo caso la sanzione impicita è che se tu operatore PA non segui la legge, non fai il dovere legato alla tua mansione e quindi questa "colpa" rientra nella valutazione complessiva del tuo operato. Preciso che con "operatore della PA" intendo dal Ministro in giù e dal Direttore Generale in giù. Che poi il nostro paese, in aggiunta ai dati statistici sulla qualità dei servizi resi dalle PA, veda una quantità di dati statistici pessimi sul suo grado di alfabetizzazione, è una realtà. Non credo gioverebbe a nessuno, in questo momento, sviscerare analisi ................. è interessante invece, secondo me, rilevare che parecchia parte dell'alfabetizzazione esistente è stata eseguita per esigenze lavorative sui posti di lavoro. Il training on the job è una pratica aziendale comunemente applicata, perchè il pubblico, se non ho capito male, dovrebbe esserne esentato. Credete sia possibile e/o lungimirante pensare ad una PA che, tra i suoi obbiettivi strategici, ...........contribuisca, in questo modo, a ridurre il divario tra e-inclusi ed e-esclusi? . Secondo me, ma forse sono un visionario ottimista, questo obbiettivo è già stato fissato dalle leggi e, vedi prima parte del mio commento, deve essere perseguito. E per finire, il mio solito tormentone, la PA è un organismo dello STATO e lo STATO, che è proprietà dei Cittadini e della politica, deve operare in modo che la PA sia al servizio dei Cittadini.
Danilo Cocco

Danilo Cocco30/11/2009 - 15:21
Il training on the job è applicato anche nel pubblico, e questo posso garantirlo: magari che si chiami così lo sanno in pochi (e quei pochi non stanno quasi mai nei gradini più bassi dell'organizzazione), è un aspetto della vita lavorativa più legato ad una sorta di "fare di necessità virtù" che ad un iter scientemente voluto, pianificato ed attuato, ma il meccanismo c'è e funziona. Se così non fosse, la stragrande maggioranza dei pubblici dipendenti non saprebbe usare il PC che gli è stato assegnato. Si tratta di elevarlo a sistema, casomai, e irrobustirlo per perseguire prima, e conseguire poi, dei risultati che significano sviluppo e innovazione non solo per la PA. Del resto, si tratta di obbiettivi che possono essere raggiunti senza aggravi di spesa, nella stragrande maggioranza dei casi; nel caso dei "soggetti svantaggiati" (si pensi a quei comuni di 300 abitanti che non possiedono alcuna o scarse competenze teorico/pratiche) basta attivare sinergie tra pubbliche amministrazioni locali (in genere, certe competenze esistono in misura sufficiente già al livello provinciale, ma possiamo dire che le competenze in seno alla macchina nel suo insieme ci sono): il problema diventa di ordine organizzativo, ed è un problema che laddove c'è la volontà di operare in tal senso si supera facilmente. Questa, ovviamente, è l'ennesima banalità che da pubblico dipendente posso rilevare. Posso affermare che nel mio ambiente di lavoro è applicata quotidianamente ed io per primo sono pronto a diffondere conoscenze tecniche, legislative, di buone prassi, di standard tra i miei colleghi; non è una strada per avere progressioni economiche o di carriera, costituisce semplicemente parte della mia visione su organizzazione e ambiente di lavoro, del mio senso dello stato o del dovere, del mio approccio alla professione. Io però ho questa impostazione perché sono cresciuto, esternamente alla PA, stando sulle spalle di giganti. Cerco di perpetuare questo modus vivendi nei limiti delle mie possibilità, ma laddove questa esperienza (stare sulle spalle di giganti) non è mai cominciata sarebbe bene riflettere su qual'è il modo per dare una svolta. C'è senza ombra di dubbio un gap culturale e metodologico, per tante PA (e spesso proprio ai livelli più vicini al cittadino: la riforma del Titolo V della Costituzione, che introduce il principio di sussidiarietà verticale delle varie Amministrazioni in cui si divide l'organizzazione dello Stato, prevede una delega sempre più massiccia di funzioni e ruoli ai livelli territoriali locali dello stato: i comuni), che non è semplice da colmare, anche laddove la buona volontà ci sarebbe. Non mi sembra, questo, un aspetto da sottovalutare. Oppure no?
Laura Strano

Laura Strano30/11/2009 - 17:13
ciao Danilo benvenuto nel gruppo potresti tradurre questa tua idea-proposta in una semplice proposizione da aggiungere come tassello della p.a. innovativa? grazie Laura N.B. quando puoi ci dai una mano per il Decalogo?
Danilo Cocco

Danilo Cocco01/12/2009 - 08:40
7. E' motore della diffusione della conoscenza delle nuove tecnologie e del loro uso come vettore per lo sviluppo del Paese e per l'innalzamento dei livelli di qualità della vita dei cittadini, e a tale scopo persegue, al suo interno (attraverso opportuni programmi di formazione, da attuarsi in proprio o sinergicamente con quelle amministrazioni che possiedano le competenze necessarie) e all'esterno (sviluppando progetti di sussidiarietà orizzontale con singoli, associazioni, istituzioni della formazione disponibili in tal senso) di essa, la qualificazione sempre crescente della cultura di base su questi argomenti nella società. Potrebbe andare? Laura, purtroppo per me è un periodo un po' pieno: stento a seguire ciò che scrivete, e riesco a partecipare con difficoltà. Farò quanto posso.
Laura Strano

Laura Strano01/12/2009 - 20:03
a mio avviso è perfetto, anche se forse alcuni punti bisognerà forse poi unificarli ma ci pensiamo poi tutti insieme grazie Danilo per quanto fai e farai L.
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 16:31
Danilo le considerazioni che fai sono giuste e condivisibili. Forze dovremo fare di tutto dall'interno e dall'esterno della PA perchè questa vista cooperativa che tu indichi, possa diventare patrimonio comune. Oltre al fatto che tutti gli operatori della PA debbano essere messi in grado di usare gli strumenti avanzati, ritengo importante che anche tutti i Cittadini debbano poter usare gli strumenti "digitali" che la PA deve mettere a disposizione secondo quanto la legge impone.
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita28/11/2009 - 14:47
Prima cosa mi spiace per la vista di Salvatore: AUGURI!! ......................... Considerato che E' perfettamente vero il Protocollo di Comunicazione che Salvatore ci illustra, ma qui non stiamo parlando di marketing. Il Cittadino, a seguito di leggi, decreti, comunicati, lettere, controlli, etc. è obbligato dalle Leggi ad ottemperare a certi obblighi verso lo Stato. La PA è delegata a gestire questi obblighi e, in uno stato moderno, a facilitare il Cittadino all'espletamento dei suoi obblighi. Una legge che non prevede sanzioni specifiche non è per questo meno valida. Il comportamento inefficiente, non sanzionato da una legge specifica, ricade nel principio generale che obbliga all'espletamento diligente dei compiti generali legati alla propria funzione ......................... P.Q.M. nell'ambito dei doveri sanciti da una legge, è fatto obbligo alla PA di mettere in atto tutte le misure e gli strumenti capaci di facilitare il Cittadino nell'espletamento dei suoi doveri e quindi: - predisporre adatti strumenti digitali o no, - mettere in grado i cittadini di utilizzare tali strumenti non solo con misure pubblicitaria o con manifesti "a senso unico", -accompagnando il Cittadino nell'apprendimento degli strumenti attraverso un addestramento tradizionale che quegli strumenti non usa. E' inutile dire "c'è un help perfetto" a persone che non sanno accendere il PC - mettere a disposizione del Cittadino Punti di Accesso distribuiti che permettano a Tutti l'accesso ai nuovi strumenti nell'ambito dei doveri sanciti da una legge, è fatto obbligo al Legislatore aggiornare la Legge che nell'uso comune si dimostra di difficile attuazione. ES. se una legge prevede complesse e farraginose procedure per l'attuazione e l'uso, il Legislatore dovrà cambiarla, ma nel periodo transitorio sia il Cittadino che la PA devono ottemperare agli ordini della legge.
Rosa Fogli

Rosa Fogli30/11/2009 - 09:32
Personalmente sono dell'idea che l'URP sia sicuramente un luogo adatto, ma occorre anche scegliere altri canali. Per gli altri canali io farei delle sessioni ad hoc (stile quelle proposte da Attilio) e andrei fisicamente nei luoghi dove ci sono aggregazioni di anziani , giovani , casalinghe .....simulando le situazioni che servono loro nel quotidiano ( per es. la prenotazione al TEATRO da casa, l'utilizzo del social network , la ricerca di una ricetta) con pochi esempi per comprendere il risparmio di tempo , la comodità , la sicurezza ..... Infine responsabilizzerei alcuni di loro , con incentivi ad hoc, perchè possano trasformarsi loro stessi formatori di altri e comunicatori sul territorio.
Laura Strano

Laura Strano30/11/2009 - 17:30
si, non solo URP al punto 5 occorre implementare Rosa potresti occuparti di elaborare alcuni esempi, proposte da aggiungere al punto 5 a seguire dopo gli URP un pensiero semplice e breve che comprenda altre tipologie diverse di comunicazione? grazie. L.
Rosa Fogli

Rosa Fogli01/12/2009 - 10:59
Va bene Laura tra oggi e domani lo faccio . ROSA
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 09:58
Rosa, hai colto esattamente il significato della proposta di education diffusa. Dal punto di vista organizzativo, però, non si può lanciare la proposta come un porta a porta, ci sarebbe una enorme perdita di tempo, anche di spese e una copertura a macchia di leopardo. Io personalmente ho fatto questa offerta ad enti pubblici provinciali e regionali chiedendo loro di fare una sorta di comunicazione circolare ed offrendomi io, gratis, di "portare la mia chiacchera" dove serviva. Ho fatto la stessa proposta a parti politiche proponendo che le chiaccherate fossero precedute o seguite anche da un pistolotto del politico locale. Vista la vicinanza di elezioni regionali, mi pareva una buona idea. Risultato della promozione: silenzio. Io personalmente quello che ero in grado di fare lo ho fatto...ai posteri l'ardua sentenza. La mia disponibilità continua ad eserci!
Rosa Fogli

Rosa Fogli30/11/2009 - 11:12
La forza di coloro che sono motivati nel profondo è proprio questa .... Continuare ad oltranza anche quando ti ridono in faccia, ti chiudono le porte , stanno in silenzio , non rispondono alle mail , .... e tanto altro ancora. Riguardo al coso io credo che se Il PORTA A PORTA o PASSAPAROLA quando attivato su SERVIZI sviluppati da Società di SOFTWARE potrebbe essere anche sostenuto in Sponsorizzazione. Voglio dire che anche le Società di Software che producono Servizi hanno tutto l'interesse che questi Servizi vengano usati e allora perchè non coinvolgerli perchè sponsorizzino momenti di formazione sul territorio per anziani , giovani , casalinghe etcc affinchè diventino i PASSAPAROLA ?
Laura Strano

Laura Strano30/11/2009 - 17:21
L'idea di coinvolgere società di software per il passaparola è molto interessante. Potremmo provare, mi sembra un'ottima idea e forse a costo zero, almeno credo. ma prima dobbiamo necessariamente concludere i documenti (puzzle e decalogo) L.
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 16:39
AAR
Daniela Orfei

Daniela Orfei28/11/2009 - 13:59
Sono daccordo! Le leggi ci sono e ce sono già molte...........basterebbe applicarle con serietà e rigore. Colgo l'occasione per riconfermare la mia opinione sulla centralità del ruolo degli URP, che devono essere diffusi nelle nostre amministrazioni, TUTTE, non in modo accentrato ma in modo capillare, e con appositi addetti e funzionari che si occupino di quello e non siano semplici accentratori di multi-funzioni o multi-ruoli, perchè questo non avrebbe di sicuro giovamento per il cittadino, che per l'ennesima volta si troverebbe a rivolgersi a soggetti distratti da altri compiti e/o funzioni che spesso potrebbero anche rischiare di sottovalutare la centralità e l'importanza della "RELAZIONE CON IL CITTADINO", per mancaza di tempo o per mancanza di specifiche comptenze al riguardo. Daniela
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza28/11/2009 - 12:47
Mi sono appena iscritto al nuovo gruppo di Laura,che ringrazio per l'invito e,eludendo l'obbligo tassativo del medico di non utilizzare per un po’ di giorni il p.c. per problemi,transitori, alla vista (ma lo farò da domani!!) vorrei dire qualcosa su questo nuovo punto relativo alla "comunicazione istituzionale verso i cittadini" che vedo,con grande soddisfazione, perchè è una cosa cui tengo particolarmente, inserito tra i tasselli di questo nuovo gruppo. Prendendo poi spunto dai dati di Attilio sulla diffusione di internet ,p.c.,ed informatizzazione in genere,in Italia, e dai vari interventi dei partecipanti al forum dai quali si può comprendere come ci sia una vera difficoltà di comunicazione e di recepimento da parte degli utenti,delle nuove applicazioni informatiche,ma non solo, della p.a.,vorrei fare il punto sul perché secondo me,ci siano e si siano prodotti questi (negativi) risultati: Premessa -La legge 150/2000,predica bene,benissimo,ma,come al solito,razzola male,nel senso che i principii cui si ispira e le applicazioni pratiche che intende raggiungere come obiettivo sono assolutamente da condividere ed equiparabili a quelli dei sistemi più avanzati. Considerazione -Una delle prime cose che si imparano studiando le “tecniche di comunicazione”, che per nessuna ragione dovrebbero sfuggire e dovrebbe essere pane quotidiano per il legislatore e i ministeri (intesi come l’ufficio di alta amministrazione che dovrebbe,sic! provvedere alla divulgazione sul territorio) è quello per il quale “affinché la comunicazione sia efficace occorre il raggiungimento di un soddisfacente grado di feedback. Che è un po’ come la “ricevuta di ritorno” del nostro messaggio. Nel nostro caso,trattandosi di comunicazione di massa il feedback sarà per forza di cose deduttivo;cioè riscontrabile solo dopo un certo lasso di tempo. Poiché non è possibile sapere “a priori” la qualità del pubblico sul quale questo feedback andrà ad incidere,prima di procedere occorrerà fare un’analisi sulle potenzialità dei soggetti che si vogliono raggiungere con gli eventuali messaggi. Occorrerà pertanto ( insisto sul fatto che questo è un ragionamento che deve! E non,dovrebbe! fare l’organo di alta amministrazione!!) : 1) Individuare il target di soggetti ai quali occorre inviare il messaggio della p.a. -tale target è composto dai cittadini 2) Stabilire i messaggi che si vuole inviare per divulgare quali sono i servizi in favore dei Cittadini e come sono utilizzabili: -attraverso gli urp,con i messaggi pubblicitari,sui media,con diffusione capillare delle c.d. “carte di servizio” da inviare a domicilio (quanto si vuole,si fa!) con i call center ecc 3) Analisi dei risultati Effetto A conclusione di questo processo di comunicazione e dal positivo feedback di ritorno dei cittadini potremo dire che ,se non tutti, buona parte di questi sapranno quantomeno che certe cose esistono e non sono solo “babbo natale” (visto che siamo nel periodo) e che si possono utilizzare e pretendere dalla p.a. Queste quattro regole che ho citato sembrano di difficile attuazione ma pensiamo che nel privato si fanno costantemente… Se dal 2000 (anno della legge 150) ad oggi, si fosse provveduto in tal senso.PEC,POS,internet,chiavette,WEB,URP ecc non sarebbero termini “arabi” Un ultima cosa,su un altro aspetto. Quando leggo che ci sono tante leggi che non vengono applicate o sono disapplicate da tanti operatori di p.a.,di tutti i livelli che “amano” sfruttare la situazione per la quale….”Tu non lo sai,io non te lo dico…” Ricordo solo che per la violazione delle Leggi ci sono le sanzioni e queste vanno applicate….mi pare di aver detto tutto, A buon intenditor poche parole. Buona domenica,a presto
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita27/11/2009 - 16:56
Mi fa piacere di non essere il solo il cui cervello, peraltro vecchio e strausato, va in crisi. Ma io ho il vantaggio di avere per amico un certo Gennaro GOOGLE, una signora Filiberta WIKIPEDIA ed un grande URP che si chiama Piazza INTERNET. Mi farebbe piacere che molti "diversamente giovani", cioè dai 20 anni ai 100 anni, conoscessero questi miei amici. Qualche nipotino può essere d'aiuto per risolvere una domanda al volo. Io penso che un piccolo corsetto di qualche ora (4-5 ore in due botte) possa essere di vero aiuto. Scusate l'ironia, era voluta per drammatizzare un po la situazione.
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita27/11/2009 - 10:40
".... e si puo' consultare il PSC" che vuol dire? Rosa, quando parliamo tra noi impestati di Internet, usiamo sigle, modi di dire e simili infinite abbreviazioni: post, WEB2.0, PEC, trusted, email, etc. etc. Quando parlano due operatori PA, usano un linguaggio criptico infarcito di riferimenti numerici: la 150, la 29, la 286, etc. Ieri sono stato ad un convegno di Direttori Generali PAC e PAL per l'applicazione dell'ultima direttiva Brunetta e ho dovuto appuntarmi una ventina di sigle o riferimenti, da capire a casa. Volevo capire cosa, dall'interno, si pensava di quest'ultimo decreto, ed ho capito solo che le leggi non sono ordini tassativi da rispettare, ma consigli da discutere e possibilmente non applicare ....insomma come i limiti di velocità che sembra siano stati istituiti solo per far cassa in qualche comune. Io, da persona anziana fortunatamente digital native perchè sono stato uno delle levatrici del digita, affermo che sinchè non useremo un linguaggio facile, comprensibile da mia zia che ha felicemente superato gli 80 anni, non arriveremo mai a sfruttare le enormi capacità che lo strumento digitale ci mette a disposizione. Ieri sera, a Porta a Porta, c'era tra gli altri un Dirigente Tecnico RAI, che doveva spiegare come sintonizzare un decoder: ha usato molte volte le parole "semplice e facile", mi ha ricordato un professore di Analisi matematica che diceva "con facili passaggi si ottiene ....." e riempiva 10 mq di lavagna con formule varie. Brutalmente un vecchio professore mi diceva "parla come magni se vuoi essere capito" ed insisteva sul tono dialettale per rafforzare il concetto: ho sempre cercato di seguire il consiglio sia che fossi all'esterno, sia che fossi all'interno del gruppo di pazzi scatenati che una volta si definivano ESPERTI INFORMATICI. Io dopo qualche anno di talebanesimo, ho cercato di applicare il consiglio e non me ne sono mai pentito. Conclusione: potremo avere risultati ed innovazione se saremo capaci di spiegare l'utilità di certi strumenti con un linguaggio ed esempi che i miei amici "diversamente giovani" sono in grado di capire. Un caro saluto
Rosa Fogli

Rosa Fogli27/11/2009 - 11:16
Io non sono esperta ... di PSC . Per questo mi è venuta alla mente questa sigla oscura che ogni tanto aleggia insieme alle altre ! Mariaalessandra potrebbe essere piu' chiara nella spiegazione . CIAOOOO
Marialessandra Signorastri

Marialessandra Signorastri27/11/2009 - 11:37
PSC = Piano Strutturale Comunale. Si tratta della componente di lungo periodo, potremo definire strategica, di un piano comunale. Dato che l'urbanistica è materia disciplinata dalle leggi regionali, però, questo tipo di piano, e di conseguenza la sigla PSC non esiste in tutte le regioni italiane (in liguria abbiamo il PUC, in altre il PRG, in altre ancora il PAT... e chi più ne ha più ne metta).
Rosa Fogli

Rosa Fogli27/11/2009 - 11:12
Il PSC è lo strumento urbanistico che delinea le scelte e i contenuti strutturali e strategici di assetto e di sviluppo di una città per un arco temporale lungo .... al link di seguito qualche info in piu' per Bologna http://www.comune.bologna.it/comune/psc.php. Comunque sono profondamente d'accordo con te . Occorre trovare soluzioni semplici per trasmettere a tutti il messaggio . Istintivamente mi viene da pensare che per insegnarlo al nonno potrebbe essere adatto il nipote ... stanno insieme e si sentono utili gli uni per gli altri . Per trasmetterlo al nipote non è difficile perchè i ragazzi sono molto piu' ricettivi di quanto non si pensi sul tema dell'informatica . Potremo anche cercare di comprendere quali i vantaggi per il nonno usare la PEC e quali i vantaggi per il nipote .... se esistono
Laura Spampinato

Laura Spampinato27/11/2009 - 10:11
Laura, ottimo link da esaminare (da non sottovalutare il fatto che ad una certa età si tende a dimenticare e fare confusione) https://connexion.mon.service-public.fr/authent?spid=http://portail.msp....
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita27/11/2009 - 10:10
Danilo la tua analisi storica, politica e filosofica è perfetta, ma la conclusione che il comune lettore ne trae è l'ineluttabilità della vittoria continua, immutabile ed invincibile della Elite. La tua conclusione festosa con il triplo hip sembra soltanto uno sfogo triste, unica soluzione restata al Popolo. Io penso che Democrazia e Libertà non devono essere bei concetti slegati dalla realtà e tutte le azioni pratiche, anche piccoli passi, possono aiutare a superare l'Elite. Io penso che un sano realismo pragmatico può aiutarci a progredire: non possiamo cancellare in un colpo solo tutti i ladri del modo, ma, eliminandone uno alla volta, qualche successo potremmo ottenerlo. Soluzione alternativa potrebbe essere una rivoluzione, ma l'esperienza insegna che rivolgimenti rivoluzionari sono spesso di durata limitata e spesso non curano, anzi peggiorano la malattia. L'ultima esperienza di "Mani Pulite" ci ha insegnato che sono stati eliminati i nomi di qualche partito, è finito in galera solo qualche attore secondario, i principali "organizzatori del bailamme" sono diventati deputati e senatori (meno responsabilità e lavoro, maggiori stipendi), ed oggi le cose sono identiche a ieri e l'altro ieri. Piantare un seme per volta è possibile, voler bonificare 1000 kmq per piantare un bosco di 10000 alberi è quasi impossibile. Un caro saluto
Danilo D'Antonio

Danilo D'Antonio27/11/2009 - 18:23
Se la mia "analisi storica, politica e filosofica è perfetta" non perdere tempo. Lascia perdere tutto quello che stai facendo e pensa a fare quello che DEVI. Ne beneficerai tu stesso per primo. Non si fa quello che è possibile. Basta con la "politica del possibile", uno dei tanti trucchi di questo marcio sistema. Mettiti subito a fare quello che DEVI. Altrimenti beccati e beccatevi TUTTI questo: ''Prufsso non ti scorderemo mai''. E' polemica sulle canzoni per Cutolo e gli altri boss su YouTube Sul portale di videosharing apparse clip con canzoniche inneggiano ai boss napoletani: da 'Camorrista dance Napoli remix' al 'Camorrista hause napoli', tutti accompagnati da commenti entusiastici dei 'fan'. adnkronos.com Non pensate che queste sono cose che succedono da sole. Queste sono cose che succedono anche per colpa degli statali che stanno qui. TUTTI gli statali sono colpevoli di avere mantenuto l'Italia, la nostra amata società, in una condizione di arretratezza democratica, politica, sociale, economica, che poi va a causare cose come queste: ''Prufsso non ti scorderemo mai''. E' polemica sulle canzoni per Cutolo e gli altri boss su YouTube Sul portale di videosharing apparse clip con canzoniche inneggiano ai boss napoletani: da 'Camorrista dance Napoli remix' al 'Camorrista hause napoli', tutti accompagnati da commenti entusiastici dei 'fan'. adnkronos.com Noi umani dobbiamo in verità ringraziare gli statali peggiori, quelli che hanno rubato, truffato, colluso, ect. in modo provato. Grazie a loro è stato più facile capire che una Repubblica non può mantenere l'assunzione a vita nei pubblici ruoli. In verità TUTTI gli statali hanno grandi responsabilità, perché avallano, zitti zitti, chiatti chiatti, l'assunzione a vita, sarebbe a dire l'indebita antidemocratica appropriazione dei pubblici ruoli, del sacro Bene Comune, della Res Publica. Gli statali che stanno qui, nessuno escluso, pensavano di fare bella figura, di mostrarsi buoni con noi Cittadini, trattando di migliorie ad una Pubblica Amministrazione che in realtà non dovrebe esistere più da 63 anni. Basta con la truffa degli statali, con il più gran complotto che la Storia ricorderà mai. I ruoli del pubblico Impiego siano dati subito ai Cittadini, purché competenti e desiderosi. Ogni tentativo di migliorare questa Pubblica Amministrazione va presa per quello che è: l'estremo tentativo degli statali di mantenere la società in una condizione di ottocentesca autoritaria sottomissione. Fuori TUTTI gli statali. Dentro i Cittadini a rotazione. La Realtà non procede sempre linearmente. A volte scatta in avanti all'improvviso. Ciò è esattamente quello che sta succedendo, che anzi è già successo, negli scorsi dodici anni di concezione e divulgazione della proposta per un: http://equo-impiego-pubblico-a-rotazione.hyperlinker.org
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita27/11/2009 - 18:52
Egregio Danilo, la tua rabbia la condivido, ma la rabbia non è mai stata buona consigliera. Voler fare tutto e subito con proposte solo a prima vista valide è solo vano velleitarismo del fare. Sicuramente esistono molti statali che "stanno comodi" nelle loro posizioni, ma facendo di ogni erba un fascio si aiutano i meno buoni a nascondersi. Il principio di rotazione è, scusa il termine tecnico, una pura castroneria: i bravi continueranno a fare il loro dovere, i somari aspetteranno che termini il loro periodo. E questo te lo dice uno che è sempre stato dall'altra parte della PA come puoi leggere da tutte le mie note su questo ed altri siti. A proposito cosa è successo nel 1936 (tu dici:.... ad una Pubblica Amministrazione che in realtà non dovrebe esistere più da 63 anni). Forse il mondo, oltre ai tuoi genitori, ha avuto la fortuna di osservare la tua nascita? Io continuerò a promuovere "un possibile per volta", lascio a Te il posto sulla riva del fiume per controllare se Ti saluterò da una barchetta perfettamente funzionante o "disteso nella corrente su un letto di idee impossibili". Un caro saluto.
Danilo D'Antonio

Danilo D'Antonio26/11/2009 - 20:16
. Quella del complotto è una chiave di lettura che, in tempi come questi, si presta bene a chiarire molti aspetti del vivere collettivo. Ad un certo punto, ad opera di gruppi ristretti od intere categorie, avviene che si segua una linea di comportamento per interessi propri, senza badare al fatto che tali direttive ledano sempre più gli interessi della collettività. Con un intenso desiderio di giustizia e libertà, nonché di complessiva evoluzione sociale ed umana, mi premuro di segnalare il complotto di più vasta portata (globale) e di più lunga durata (dai tempi della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America). Sotto gli occhi di interi popoli, gli statali di tutte le repubbliche del mondo l'hanno fatta franca fino ad oggi. Vi prego, permettetemi la seguente sintesi locale: 1) Lo Stato italiano, sarebbe a dire l'accentramento di potere nelle mani di una immutabile ed inamovibile Elite, avente potere sovrano su popolazione e territorio, è stato da lungo tempo sostituito da una organizzazione politica di dichiarata ispirazione democratica e repubblicana, pure tesa verso l'ulteriore sviluppo ed applicazione di queste due concezioni. La parola Stato è invero del tutto fuori luogo in riferimento al nostro Paese. Con essa si indica infatti il governo e l'amministrazione di una statica Elite autoritaria. Al contrario i termini Democrazia e Repubblica qualificano un Paese in cui la sovranità appartiene al popolo, presupponendo di conseguenza una dinamica gestione collettiva del complessivo Bene Comune. Stato e Repubblica sono di fatto concetti ed ideali socio/politici agli antipodi. 2) Pur sopraggiunte Democrazia e Repubblica sono però rimasti gli statali. Come niente fosse. A fin di chiarezza concedetemi di ampliare un momento la visione. Nell'antichità, quando non vi era alcuna sviluppata organizzazione pubblica, i due concetti di Democrazia e Repubblica potevano pure limitarsi ad indicare un mero tipo e forma di governo, i cui ruoli venivano periodicamente restituiti al popolo per eliminare sul nascere il formarsi di qualsiasi Elite. Con il sorgere dell'imponente Funzione Pubblica moderna, i concetti di Democrazia e Repubblica non avrebbero più, però, dovuto prescindere dalla periodica restituzione al popolo dei ruoli del pubblico impiego (i quali sono una proprietà collettiva, una autentica res publica, un sacro bene comune), attuando quindi una loro redistribuzione tra tutti quei cittadini che fossero dotati dei necessari requisiti e desiderosi di ricoprirli. Senonché gli unici ufficialmente autorizzati a, perché con poteri tali da, far avanzare la società innanzitutto culturalmente, sarebbe a dire la dottorale compagine di ricerca umanista universitaria (filosofica, giuridica, politica, sociologica, storica, etc.) s'è evidentemente ben guardata dallo sviluppare ed applicare queste idee. Innumerevoli "baroni", come sono comunemente definiti per il carattere corrotto e feudale che ancora oggi contraddistingue il loro ambiente, essendo essi per primi degli statali, hanno evitato anche soltanto di avvicinarsi ai due concetti in grado di dissolvere ogni Elite, badando invece a mantenere in ogni circostanza l'uso della parola Stato. Solo mantenendo il Paese in una situazione di parziale realizzazione democratica e repubblicana essi sarebbero riusciti a conservare il "loro" posto fisso con gli indebiti privilegi connessi. E così hanno puntualmente fatto. Avete capito, gentilissimi Lettori, che bestia di complotto c'è rimasta nascosta fino ad ora?! Ecco: son oggi dunque qui gioiosamente a presentare l'ipotesi che, chiarendo finalmente cosa sia una Repubblica Democratica e ricordando che l'Italia ambisce ad esserlo, si possa finalmente entrare in un periodo più evoluto della nostra storia. Come già avviene per i ruoli di governo, anche i ruoli della Funzione Pubblica devono essere rimessi al popolo dopo un certo periodo di tempo. Come un Presidente del Consiglio è tenuto a restituire al popolo la sua carica dopo un certo tempo, allo stesso modo un pubblico dipendente, quale che sia il suo rango, deve essere tenuto a restituire al popolo la sua mansione. Solo una regolare redistribuzione tanto dei ruoli quanto delle mansioni, tanto dei più alti quanto dei più bassi livelli, è in grado di scongiurare la comparsa di qualsiasi casta o mafia e corruzione. Per un'Italia ed un intero mondo liberati dagli statali. Per delle società vissute da liberi cittadini. Per una partecipazione democratica. Hip, hip, hip, hurrà! Hip, hip, hip, hurrà!! Hip, hip, hip, hurrà!!! Danilo D'Antonio .
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita26/11/2009 - 18:27
Vorrei riassumere in questa nota agli ultimi argomenti trattati. Laura e Daniela: URP per l'education la vedo come una bell'idea, ma poco utile. Ammesso che avessimo i migliori URP con le migliori e più preparate persone, il risultato sarebbe vicino allo zero. Ripensate a quante volte vi hanno spiegato una nuova applicazione, voi avete capito esattamente e poi quando avete cercato di usarla da soli ....vi siete impantanati. Laura Spampinato: Alert e calendario personalizzato. L'idea è bella, ma richiede un database completo ed aggiornato sul quale sono integrate informazioni provenienti da molte fonti. Qualcuno sta cercando di fare una Anagrafe nazionale, ma anche il più piccolo comune di alta montagna (absiit injuria verbis) ritiene che i dati sono suoi e gua a chi li tocca! A parte una Legge sulla Privacy che in questi casi si rivela come un masso che blocca i processi più semplici e come un facilitatore immenso per chi vuole nascondersi. Ed infine Salvatore sempre così preciso nei suoi commenti distruttivi, e ti chiedo scusa per questo aggettivo, ma compito di tutti è cercare soluzioni anche per leggi che è costoso applicare. Secondo me le leggi devono contenere dei principi generali che, a meno di non definire il Governo ed il Parlamento una massa di pazzi collusi con i più barvi comici e psichiatri, devono e possono essere applicati. L'applicazione di una legge è compito degli organi tecnici che sono chiamati ad applicarla, dal ministero al più piccolo ufficio periferico, e, a meno di non dimostrare vera la nota sulla pazzia, devono essere in grado di curarne l'applicazione prendendo decisioni ed organizzandosi per agire al meglio. Se non vado errato tutta la piramide gerarchica/manageriale della PA deve saper fare questo. Io ritengo che la lamentela elevata a sistema è solo un modo per deresponsabilizzarsi. Chiedo scusa per questo mio "cahier de doleance", ma credo che occorra chiudere con il principio "non lo so fare, quindi non lo faccio"....a scuola ci bocciavano se sostenevamo questa tesi, quale che fosse l'abilità del professore! Argomento PEC e responsabilità. Solo una domanda: quando io invio un documento o una cerificazione ufficiale so che mi assumo la responsabilità di quello che faccio e non faccio differenze se il colore della busta è rosso o verde o i capelli del postino sono biondi; PEC è una busta arancione ed il postino non lo vedo, quale è la differenza? Una frase di Salvatore che contiene la risposta e dimostra la saggezza dell'autore: Se le persone che entrano in contatto con noi sono in grado di metterci come suol dirsi di fronte alle nostre responsabilità ed ai loro diritti,perché li conoscono e vogliono che si applichino, anche i più “pigri” e “pachidermici” tra i nostri colleghi dovranno adeguarsi. Altrimenti,finchè giocheremo sulla ”ignoranza” dei loro diritti e sulla “scarsa” conoscenza di leggi,decreti,regolamenti ecc. avranno facile gioco i “fannulloni” e i loro simili. Infine un ulteriore punto di grande accordo con Salvatore. Sono certo che solo una grande alfabetizzazione diffusa di tutti gli utenti della PA, noi cittadini, aiuterà il processo di miglioramento facilitato dai tanti strumenti a disposizione. L'idea progettuale indicata da Salvatore, scusa la mia appropriazione indebita, mi sembra uscita dalla mia tastiera. Dobbiamo combattere contro la e.exclusion, che colpisce 40 milioni di italiani quantomeno dedicando metà della spesa dedicata alla e.inclusion che, scusate la crudezza, colpisce una minoranza di poveretti. E' una cosa che vado proponendo da tempo in sede comunale, provinciale, regionale e nazionale, ma forse proprio perchè è una cosa dal suono non roboante come larga banda, web 2.0 e simili, nessuno vuole assumerla come bandiera. E per finire, oggi ho partecipato ad un convegno sulla applicazione del decreo Brunetta, vi assicuro che le realzioni ascoltate mi hanno ricordato una celebre romanza: "ma se mi toccano ov'è il mio debole, sarò una vipera......" Scusate la lunghezza e la veemenza, ma questa volta, come cittadino, sono io che canto quella romanza.
Laura Spampinato

Laura Spampinato27/11/2009 - 10:00
atromita dice: "Laura Spampinato: Alert e calendario personalizzato. L'idea è bella, ma richiede un database completo ed aggiornato sul quale sono integrate informazioni provenienti da molte fonti. Qualcuno sta cercando di fare una Anagrafe nazionale, ma anche il più piccolo comune di alta montagna (absiit injuria verbis) ritiene che i dati sono suoi e gua a chi li tocca! A parte una Legge sulla Privacy che in questi casi si rivela come un masso che blocca i processi più semplici e come un facilitatore immenso per chi vuole nascondersi." Quando lavoravo in Comune, proposi di mettere a punto un gruppo di rss che mi avvertisse delle principali novità che potevano interessare il Settore Politiche del lavoro, ma purtroppo non tutti i siti importanti che avevo individuato avevano attivo questo sistema di collegamento automatico. Ciascuno per la sua fetta di competenza ed interesse professionale dovrebbe poter scegliere cosa seguire, visto che non possiamo fare bene tutto, ma magari responsabilizzarsi per un segmento e informare di conseguenza è possibile. Per la privacy: sono sollecitata ogni giorno a fornire i miei campi di interesse per motivi di marketing e fidelizzazione commerciale, e sono io a decidere e autorizzare, quindi se scelgo su cosa voglio essere allertata, con possibilità di recedere, sono affari fra me e la P.A. che autorizzo, senza che nessun altro se ne possa avere a male. Laura, strada francese spero sia percorribile. Mia figlia vive in Canada e non si fermava per farmi scendere dalla macchina dove non si poteva perchè lì ti marchiano a fuoco in tutti i data base collegati fra loro se lo fai. :))
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza26/11/2009 - 20:07
Grazie Attilio per ll tuo commento sempre preciso e rispondente alla "dura" realtà di noi operatori della p.a. ma anche di semplici cittadini che ad essa si rivolgono. Voglio sottoporre alla vostra analisi un dato di fatto che si riscontra nei rapporti tra utenti e p.a. Perchè.domando,nel nord Italia i cittadini sono molto più attivi,nel senso che pretendono e fanno valere molto di più,rispetto a quelli del centro sud,i loro diritti ed i doveri della p.a. nei loro confronti? Questa considerazione nasce dagli scambi di opinioni avuti nel corso di riunioni o corsi frequentati con i colleghi dell'amminnistrazione civile dell'iunterno,ma non solo,che lavorano nelle più diverse reealtà del nostro Paese. Ebbene, nel nord Italia sono moltissimi i cittadini che si rivolgono agli URP,che chiedono ai TAR l'applicazione o soddisfazione dei loro diritti ritenuti, a torto o ragione,violati,ecc. Invece dal centro Italia in giù si nota ancora,purtroppo,una cera "sottomissione" e riottosità dei citadini nei confronti della P.A. come avessero paura delle reazioni della stessa. Questa cosa non va bene! Gli URP,scusate se ne parlo ma Laura me ne ha dato lo spunto,da noi sono ancora molto poco utilizzati. Dico una sciocchezza lo so!... perchè per esempio il ministro della funzione pubblica tra le tante iniziative non manda in onda una "pubblicità progresso",così si chiama, sui mass media per incitare gli italiani a rivolgerso,contro presunti episodi di malamministrazione o altro,agli urp???? Forse è troppo tardi è meglio guardare la TV le cose che dico sono troppo ovvie.... Buonanotte a tutti
Laura Strano

Laura Strano26/11/2009 - 20:27
sono d'accordissimo Salvatore purtroppo da noi è ancora così Il reclamo soprattutto è fondamentale! Innescherebbe un circolo virtuoso. Ma purtroppo anche su questo Carte dei servizi e modulistica reclami non sono note ai cittadini le amministrazioni e anche le aziende sanitarie tendono a non divulgare questi strumenti il cittadino li sconosce L'idea della PUBBLICITA' PROGRESSO la userei anche per la diffusione del decalogo digitale
Laura Strano

Laura Strano26/11/2009 - 19:24
scusa Attilio ma l'URP non dovrebbe spiegare l'uso di applicazioni dovrebbe informare: caro cittadino hai a casa un p.c. ? con il tuo p.c. puoi accedere al nostro sito e avere queste informazioni ................ sai cos'è la PEC ? ti spieghiamo cosa puoi fare con noi se disponi della PEC .... mica l'URP dovrebbe erogare un corso di informatica..
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita26/11/2009 - 19:54
Ciao Laura vorrei dare un po di numeri ....più del solito! Alcuni dati statistici italiani, abbastanza aggiornati. IL 70% delle famiglie italiane possiede un PC a casa. Il 42% accede ad Internet (sono compresi nel 42% quelli che accedono una volta ogni 3-4 giorni) e le famiglie non accedono ad Internet per "ignoranza" e non per mancanza di rete in quanto tra fibra ottica, doppino di rame e "chiavette di varie razze" la copertura raggiunge il 90%. Solo il 20% ha una consuetudine con Internet. Pazzi scatenati come noi saranno meno del 10%. Sulla base di questi numeri forse serve qualcosa di più di una rapida informazione. Domani prova questo giochetto: chiedi alle prime 20 persone con le quali scambi qualche parola : "sai che con il PC si può usare la PEC per parlare con la PA". Alla fine fai una statistica delle risposte e magari facci conoscere le risposte più divertenti. Un caro saluto ed auguri per il rischi che ti faccio correre!
Rosa Fogli

Rosa Fogli27/11/2009 - 09:21
Sono d'accordo con Attilio . Il campione casuale darebbe risultati davvero stravaganti ... Possibile che se si usa parola diversa da PEC i ragazzi possano dare risposte piu' adeguate ....
Daniela Orfei

Daniela Orfei26/11/2009 - 16:13
Sono completamente daccordo sul ruolo centrale che l'URP deve avere nel rapporto con i cittadini, sia come operatori sia nella figura del Responsabile: se ci fossero ovunque "URP" efficienti e propositivi si potrebbero realizzare moltissime iniziative che favorirebbero l'avvicinmento dei cittadini alla pubblica amministrazione e potrebbero anche fare da intermediari per semplificare la comprensione di quelle che " per gli addetti ai lavori" a volte sono cose semplici, ma in realtà non sempre lo sono per tutti. Saluti.
Laura Spampinato

Laura Spampinato26/11/2009 - 15:57
Una P.A. innovativa chiede al cittadino alcune informazioni di base per sapere di cosa ha bisogno e cosa vorrebbe sapere e poi gli invia in automatico tutte le novità che lo riguardano, bandi, scadenze, corsi, manifestazioni ecc. ecc. . Per esempio, dovendo pagare il bollo entro gennaio, lo ricorda qualche giorno prima con una fischiante segnalazione.
Laura Strano

Laura Strano26/11/2009 - 17:45
tu intendi un'informazione personalizzata quindi .. non tramite i siti web, ma per esempio con la PEC una visione del futuro! mi accontenterei di una informazione esaustiva sui siti web però............. mi hai fatto ricordare che qualcosa di simile esiste in Francia il portale dell'Amministrazione Pubblica francese si è di recente arricchito con la possibilità per il cittadino di creare un account MON. SERVICE-PUBLIC.FR che consente di avere l'accesso ad informazioni personalizzate, a seguire i documenti on-line, mantenere e condividere i documenti on-line. segnalo e aggiungo grazie Laura
Laura Strano

Laura Strano26/11/2009 - 11:07
ciao a tutti (iscrivetevi al gruppo!) condivido pienamente il pensiero di Salvatore, e aggiungeremo nelle proposizioni quanto da lui proposto avevo inserito la formazione al primo posto ma poco importa anche la redazione di un decalogo potrebbe essere un modo di alfabetizzare dipendenti e cittadini Mariaalessandra ci ha fornito un esempio concreto adottato dalla Provincia di Savona, quanto alla proposta di Rosa, in questo momento pensare di coinvolgere i cittadini nella redazione di un decalogo che neanche noi in concreto riusciamo ancora a partorire, mi sembra improbabile, Un'idea il compito di alfabetizzazione informatica del cittadino potrebbe essere avviato dagli URP Es: il cittadino si presenta all'URP per un'informazione l'operatore informa il cittadino sulle potenzialità della rete in generale e in particolare per accedere ai vari servizi che ne pensate? L.
Danilo Cocco

Danilo Cocco30/11/2009 - 10:08
Purtroppo, a conferma del fatto che determinate leggi non impongano obblighi ma opzioni (così almeno parrebbe dallo stato di attuazione di una pletora di norme che riguardano la PA, centrale o locale che sia), mi corre l'obbligo di rilevare che l'URP, nonostante sia un obbligo di legge, non è un servizio attivato da tutti i soggetti interessati... Così come è disatteso l'obbligo di far parte di quel circuito che dovrebbe consentire uno scambio di informazioni tra le PA e che risponde al nome di Sistema Pubblico di Cooperazione, ma meglio che non proceda oltre. Che poi il nostro paese, in aggiunta ai dati statistici sulla qualità dei servizi resi dalle PA, veda una quantità di dati statistici pessimi sul suo grado di alfabetizzazione, è una realtà. Non credo gioverebbe a nessuno, in questo momento, sviscerare analisi sui perché e percome di questo dato; è interessante invece, secondo me, rilevare che parecchia parte dell'alfabetizzazione esistente è stata eseguita per esigenze lavorative sui posti di lavoro. Credete sia possibile e/o lungimirante pensare ad una PA che, tra i suoi obbiettivi strategici, punti a ripensare la formazione dei suoi dipendenti anche in direzione di una miglior qualificazione delle competenze informatiche (che si rifletteranno poi inevitabilmente sulla società) e contribuisca, in questo modo, a ridurre il divario tra e-inclusi ed e-esclusi?
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita30/11/2009 - 11:12
Stato, Cittadini, PA, servizio ai cittadini
Rosa Fogli

Rosa Fogli26/11/2009 - 13:12
Ciao , Laura. propongo un modello che stiamo portando avanti a FERRARA sul Tema ECOCATASTO. L'Ecocatasto non esiste nella realtà , ma lo stiamo facendo nascere dal basso con studenti nelle Scuole, Operatori e Dirigenti della PA ed infine con i cittadini e con l'Ex Direttore dell'Agenzia del Territorio Carlo Cannafoglia che ci ha creduto e ci sta continuando a credere . La parte dedicata ai cittadini sarà sviluppata attraverso la metodologia partecipata del World Cafè . Nel link di seguito c'è un pdf dove si spiega il metodo : http://www.theworldcafe.com/translations/Cafe-to-Go-Italiano.pdf. Il nostro Cafè si chiamerà EcoCatasto Cafè . Se mi dite come fare posso trasmettervi il nostro PDF dove spieghiamo il tutto e se volete chi è vicino a Ferrara puo' venire a sperimentarlo di persona il giorno 1 Dicembre alle ore 20,30. Quello che vorrei dire con questo esempio è che anche se le idee chiare non esistono sul TEMA perchè è nuovo (un CATASTO ECO basato su parametri misurabili ecosostenibili , tali per cui si possa simulare l'applicazione di tasse che facciano pagare meno chi consuma meno ambiente) l'allargamento della platea per farlo conoscere e chiedere cooperazione produce valore e conoscenza sul TEMA in esame
Laura Strano

Laura Strano26/11/2009 - 19:17
Rosa mandami il PDF laurellast@hotmail.it grazie

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