abolizione delle Province: destinazione del personale Centri Impiego

letto 7040 voltepubblicato il 08/07/2011 - 15:28 nel blog di Laura Spampinato

Si è già visto in passato: dal Ministero convocazione del personale e scelta della destinazione. Oggi potrebbe essere dalla Provincia verso INPS per gestione ammortizzatori/monitoraggio situazione beneficiari e Comuni per supporto al tessuto produttivo e studi sul territorio finalizzati a sostegno da fornire. Consiglio la lettura del Dossier, l'ascolto della relazione UPI e aggiungo il mio commento, relativamente solo alla questione dei Centri per l'Impiego, avendo verificato in rete che nessuno si prende la briga di chiedersi come si possa evolvere in conclusione.

 

Dossier UPI

giusto chiedere impegno nel proporre e non soltanto distruggere, pertanto mi sono fatta un giro per vedere come le province utilizzino l'opportunità welfare to work. Metto le magiche parole in ricerca nel sito del ministero e sembra ad oggi che solo 7 regioni attraverso province e quindi centri per l'impiego abbiano pubblicato bandi. Non è vero perché in rete ho trovato 2 province di regioni non citate che hanno pubblicato i loro. Molto differenti fra loro le modalità di comunicazione, alcune chiare e riassunte altre complicatissime. Nel sito di Italia Lavoro vengono citati 2 bandi, giusto per gradire. Le province ad una ad una? Provare per capire come sia difficile trovare. Se lo spirito è di gestire le risorse il più possibile vicino alle esigenze dei cittadini, sono i Comuni, se piccoli consorziati, che dovrebbero sviluppare le loro analisi e distribuire sostegno al reddito ove necessario. Non serve dire: gestiamo 600 Centri per l'impiego. Molti si iscrivono perché non potrebbero avere ammortizzatori o altri benefici altrimenti, non perché vi credano. E' giusto che il disoccupato si trovi servito bene in un luogo e malissimo altrove? Una sorta di gratta e vinci: entra qui e se sarai fortunato troverai un buon orientatore o sportellista per l'inserimento dei tuoi dati con i codici giusti perché ti si possa rintracciare. Click lavoro vuole fare rete? ok. Allora l'utente disoccupato va all'INPS, fornisce i suoi dati e l'autorizzazione al trattamento per 6 mesi, l'INPS gli fornisce l'ammortizzatore più adatto a lui e monitora tutte le offerte che gli arrivano e se sono eventualmente rifiutate chiede spiegazioni, e ogni operatore in rete (Agenzie) segnala ogni contatto avuto (telefonate, appuntamenti, che testimoniano ricerca attiva) e anche il sistema orientativo/formativo specialistico contatta e offre corsi idonei eventualmente necessari, lasciando che l'utente si rivolga a chi vuole sul mercato per i colloqui personali ma sempre sostenendolo con un reddito minimo a integrazione dei tentativi precari che comunque devono essere fatti senza la paura di perdere l'indennità se va male. Conosco disoccupati esauriti a furia di inserire i loro dati in centinaia di siti. Non tutti possono permettersi la rete, ma i cellulari ormai sono così diffusi che si può essere sempre "disponibili" con tutto il sistema. Cade così l'obiezione del Ministro che un reddito minimo renderebbe pigri nella ricerca di lavoro. E' raro veder collaborare realmente i funzionari di Ministeri, Regioni, Province e Comuni sulla partita lavoro, ma anche se ci fosse la buona volontà è complicatissimo farlo e i tempi della burocrazia rendono il processo lentissimo, mentre chi è senza lavoro non può aspettare accordi e pubblicazioni, senza mangiare. Per quanto attiene le Province quindi propongo lo spostamento di queste competenze/risorse umane ai Comuni, come quando dal Ministero passarono alle Province, ma solo per la gestione degli studi sul territorio su come meglio destinare i fondi statali, a INPS la gestione degli ammortizzatori in modo universale a copertura di tutti i buchi occupazionali, orientatori/formatori/agenzie di somministrazione/selezionatori in regime di libera concorrenza e pagati a prestazione con fondi appositi eliminando barriere che oggi consentono l'esercizio e accreditamento solo a potenti gruppi e impediscono a singoli bravi professionisti di operare nel settore, e avremo un gran risparmio di uffici, conflitti di competenze e ostacoli dettati più dai differenti colori politici di ciascuno che da effettivi problemi. Prendete a esempio il reddito minimo elargito da Regione Lazio: tempi biblici e lotte spasmodiche per far avere il contributo con graduatorie sballottate fra Regione, Province e Centri Impiego. Nel frattempo che esito hanno avuto i disoccupati, a parte il contributo, in termini di aiuto al reimpiego? Nessuno lo sa, non cè uno straccio di relazione che lo dica. Come la Provincia pensa di programmare un altro intervento se non si preoccupa di evidenziare i risultati? Non basta dire tot persone han preso tot, o vantarsi delle iscrizioni nuove, serve dire quanti sono stati avviati dai Centri ad un lavoro, seppure a tempo determinato, fra quelli che sono stati sostenuti seguendoli e convocandoli e facendo marketing per loro sul territorio (cosa che può fare meglio un Comune). 

1 commento

Laura Spampinato

Laura Spampinato14/07/2011 - 17:58
per chi volesse approfondire argomento funzioni Provincia e Comuni in questo ambito, porto esempio Legge Regionale Lazio qui riepilogata: http://www.acrobati.net/acrobati_mondo_lavoro/disoccupati/centri_orienta...