Italian Open Data Licence 2.0: la nuova licenza italiana gli Open Data è ancora più semplice e aperta

letto 5545 voltepubblicato il 08/03/2012 - 18:26 nel blog di Gianfranco Andriola, in Open Government

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Da oggi le Amministrazioni italiane hanno un nuovo strumento per rendere aperti i dati di cui sono titolari: FormezPA ha pubblicato una nuova versione della Italian Open Data Licence, la IODL 2.0.

La nuova licenza, che si affianca alla (pubblicata nel mese di aprile 2011), è disponibile on line a questo indirizzo e ha l’obiettivo di diventare la licenza di riferimento per tutte le Amministrazioni che vogliano fare Open Data, facilitando il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.

La IODL 2.0 prevede che l’utente possa liberamente:

  1. consultare, estrarre, scaricare, copiare, pubblicare, distribuire e trasmettere le informazioni;
  2. creare un lavoro derivato, per esempio attraverso la combinazione con altre informazioni (c.d. mashup), includendole in un prodotto o sviluppando un’applicazione informatica che le utilizzi come base dati.

In cambio, all'utente è chiesto solo di indicare la fonte delle informazioni e il nome del soggetto che fornisce il dato, includendo, se possibile, un link alla licenza.  

Rispetto alla IODL 1.0, la Italian Open Data Licence 2.0 non prevede l’obbligo dell’utente di pubblicare e condividere gli eventuali lavori derivati (ad esempio, applicazioni) con la stessa licenza o con altra licenza aperta, ritenuta compatibile.

La pubblicazione della IODL 2.0 arriva dopo una discussione pubblica e aperta a tutti, svoltasi on line nel dove dipendenti pubblici, avvocati, rappresentanti della comunità Open Data si sono confrontati e hanno concordato sulla necessità di elaborare una nuova licenza che avesse le seguenti caratteristiche:

  • maggiore semplicità (sia per le Amministrazioni che per gli utenti);
  • minori oneri per gli utenti (ai quali viene solo chiesto di citare la fonte del dato);
  • stimolo al riutilizzo da parte di soggetti privati.

Con la nuova licenza, infatti, si è inteso eliminare tutte le clausole che potessero ostacolare il riutilizzo dei dati pubblici, anche per finalità commerciali.

1 commento

Pietro Blu Giandonato

Pietro Blu Giandonato11/03/2012 - 19:10
La IODL, nella sua recente versione è praticamente una CC-BY, il minimo sindacale per i dati di una qualunque PA. Ma a mio modesto avviso, al punto 5. la dicitura "la presente licenza non costituisce un'autorizzazione a violare la legislazione italiana in materia di diritto d’autore (Legge n. 633/1941)". Mi rendo conto che non si può bellamente ignorare una precedente legge dello Stato, ma gli obiettivi della IODL nella sembrano in fortissimo contrasto con il concetto di dato aperto della PA: io quei dati li ho già pagati, e fare riferimento al copyright è un'eresia. L'idea potrebbe essere quella di mettere mano proprio alla L. 633/1941, come propone Simone Aliprandi http://aliprandi.blogspot.com/2012/03/un-comma-per-lopen-data.html Del resto anche la licenza UK (http://t.co/RADTAED) recita "These terms have been aligned to be interoperable with any Creative Commons Attribution Licence, which covers copyright, and Open Data Commons Attribution License, which covers database rights and applicable copyrights". Creative Commons dunque...