Pacchetto lavoro: gli aspetti principali

letto 4476 voltepubblicato il 01/07/2013 - 12:17 nel blog di Cristiana Panebianco, in Servizi innovativi per il lavoro

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 150 del 28 giugno 2013, è stato pubblicato il Decreto Legge 28 giugno 2013, n. 76 , che contiene i primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti. Tale Decreto Legge è entrato in vigore il 28 giugno 2013 e consta di 13 articoli. Sono previste importanti novità in tema di: assunzione dei giovani; sperimentazione della “carta per l’inclusione sociale” (ex social card); creazione della c.d." Garanzia per i Giovani” (Youth Guarantee); flessibilità in ingresso (modifica le seguenti forme flessibili: contratti a termine, contratto di somministrazione, contratti di lavoro intermittente, lavoro a progetto e lavoro accessorio); riforma la L. 92/2012 in tema di dimissioni in bianco e di tentativo obbligatorio di conciliazione per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo; creazione della banca dati delle politiche attive e passive; introduzione di una nuova modulazione del sistema sanzionatorio e pecuniario; introduzione di una sistema semplificativo nelle comunicazioni obbligatorie; novità nella contrattazione aziendale, immigrazione e pensioni

IN ATTESA di poter disporre di nuovi fondi europei, il governo raschia il fondo del barile delle vecchie risorse per dare un primo segnale al popoloso mondo dei disoccupati italiani. Il decreto lavoro mette sul piatto un miliardo e mezzo. Oltre la metà (794 milioni) è destinata alla decontribuzione degli under 30 assunti a tempo indeterminato, purché rientrino in una delle tre condizioni di base: i requisiti sono di essere disoccupati da almeno sei mesi, avere solo la licenza media, vivere soli ma con qualcuno a carico. L’incentivo ai meno scolarizzati, che potrebbe apparire come un disincentivo allo studio, potrebbe in realtà essere un amo per riagganciare una parte dei cosiddetti Neet. La sigla inglese indica i giovani scoraggiati che non lavorano, non studiano e neppure cercano di trovare una strada frequentando corsi di formazione. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, al varo del decreto ha calcolato che in totale la decontribuzione coinvolgerà circa 100mila giovani e che l’entità dello sgravio consentirà, a spanna, di azzerare i contributi

 IL PACCHETTO per l’occupazione darà una speranza a una platea di almeno 200mila ragazzi e, in misura decisamente minore, anche a qualche disoccupato con i capelli grigi che, in cambio di un posto stabile, consegnerà al datore di lavoro benefattore la metà dell’indennità mensile di disoccupazione che ancora gli spetta, cioè l’Aspi nata dalla riforma Fornero
Un’altra categoria non dimenticata dal decreto, come ha tenuto a sottolineare Letta, è quella dei disabili e (letteralmente) degli «orfani di vittime del dovere» che potranno contare su 22 milioni di euro in incentivi all’assunzione, dopo anni casse vuote e di fondi sostanzialmente prosciugati. Per il resto, c’è da segnalare l’allargamento del raggio d’azione ai poveri, circa 170mila indigenti del Sud che potranno avere una manciata di aiuti con l’estensione della social card sperimentale alle regioni del Mezzogiorno rimaste fuori dal nuovo giro di carta sociale
Tornando ai giovani, le altre misure oltre alla decontribuzione, sono concentrate sui tirocini per gli studenti universitari con l’obiettivo di rafforzare l’alternanza scuola-lavoro e la speranza di creare nuovi punti di contatto e di scambio. Una fetta pari a 170 milioni andrà poi a finanziare l’autoimpresa in zone economicamente depresse, con contributi a fondo perduto e mutui agevolati per investimenti e formazione

L’ANNUNCIATA manutenzione della riforma Fornero si è limitata, come già aveva anticipato Giovannini, a pochi ritocchi. Tra questi, un maggior margine di manovra su contratti a termine, a progetto e a chiamata, oltre a una tutela estesa ai co. co. pro. con il divieto di far ricorso alla pratica delle dimissioni in bianco a cui, per la verità, già l’ex ministro del Lavoro del governo Monti aveva dato uno stop. Il capitolo dell’apprendistato, invece, è stato rinviato a settembre, alla conferenza Stato-Regioni che dovrà uniformare i contratti in tutto il Paese. Eppure, su questo punto c’erano attese di modifica nel tentativo di renderlo più adattabile al mercato del lavoro in crisi sempre più profonda

 

2 commenti

Cosimo Martella

Cosimo Martella01/07/2013 - 12:31
Ciao Cristiana Sempre sul tema "Pacchetto lavoro" , segnalo l’articolo “ La leggenda dei 200 mila nuovi posti di lavoro” scritto da Tito Boeri su: http://www.lavoce.info/la-leggenda-dei-200mila-nuovi-posti-di-lavoro/ L'autore dell'articolo descrive, con un'altra chiave di lettura, i punti di debolezza del pacchetto lavoro. Penso che se non si interviene sul costo del lavoro, tutte le misure che saranno messe in campo avranno solo effetti palliativi e non risolutivi del problema disoccupazione.
Cristiana Panebianco

Cristiana Panebianco24/07/2013 - 19:26

Ciao Cosimo,

il costo del lavoro è, purtroppo, un problema collegato a variabili infinite. Il "Pacchetto Lavoro" però incide su alcuni aspetti salienti in termini di flessibilità e garanzie.