“Una proposta per semplificare il quadro regolatorio del lavoro”

letto 1431 voltepubblicato il 22/11/2013 - 12:28 nel blog di Cosimo Martella

Sono in tanti oramai a pensare che sia giunto il momento di semplificare il quadro normativo sul lavoro perché solo così si potrebbero forgiare nuovi posti di lavoro. E’ illusorio credere che in una logica di libero mercato si possano creare posti di lavoro tramite provvedimenti legislativi,  a maggior ragione se tali provvedimenti sono restrittivi anziché permissivi, di difficile interpretazione  ed applicazione. Il  tema del lavoro è e resta un argomento scottante per il nostro paese. L’attuale quadro regolatorio non soddisfa più nessuno dei due principali attori ( lavoratori e datori di lavoro) interessati nella costituzione di un rapporto di lavoro.

Sono tantissime le leggi attualmente in vigore che attanagliano il mondo del lavoro. La disciplina sull’apprendistato è talmente complessa che un’azienda spesso rinuncia all’assunzione. Lo stesso dicasi per tutte le altre norme che regolamentano gli altri istituti contrattuali

 Forse, semplificando e snellendo il quadro normativo sul lavoro si potrebbero creare le condizioni necessarie per un serio rilancio dell’occupazione.

Si segnala l’iniziativa “Una proposta bipartisan per semplificare il quadro regolatorio del lavoro”

promossa da Pietro Ichino e Michele Tiraboschi.

Chi ha validi suggerimenti da proporre sull’argomento, può  inviare una mail di adesione a .

“Cari amici e gentili lettori,
il tema del lavoro resta al centro della agenda politica italiana. Tra le tante proposte avanzate emerge, a nostro avviso, quella della semplificazione di un quadro regolatorio che ha smesso di funzionare da tempo e che, paradossalmente, non soddisfa più nessuna delle due parti del rapporto di lavoro. Non i lavoratori che si sentono oggi più insicuri e precari. Non gli imprenditori che sono chiamati ad affrontare la sfida competitiva imposta dalla globalizzazione e dai nuovi mercati con una pesante zavorra di precetti legali e vincoli formalistici che nulla hanno a che vedere con la tutela del lavoro.
Il processo di semplificazione delle regole del lavoro non è operazione agevole, nel nostro Paese più che altrove. Entrambi siamo stati promotori di proposte, anche radicalmente contrapposte, tese a questo risultato. Convinti che la parola semplificazione non possa tradursi in un vuoto slogan abbiamo convenuto di confrontarci pubblicamente su un tema centrale per il futuro del nostro Paese con l’obiettivo di pervenire, là dove possibile, a un testo condiviso partendo dalla rispettive elaborazioni e cioè il Codice semplificato del lavoro predisposto da Pietro Ichino e ora confluito nei d.d.l. n. 1006/2013 (rapporti individuali) e n. 986/2013 (rapporti sindacali), da un lato, e lo Statuto dei lavori elaborato da Michele Tiraboschi e Marco Biagi tra il 1997 e il 1998 poi confluito nelle bozze di Testo Unico del lavoro del 2004 e del 2011, dall'altro lato.
Sul tentativo di pervenire in termini non fazionsi e bipartisan a un testo condiviso lavoreremo con i nostri rispettivi gruppi di ricerca e, segnatamente, con una cinquantina di dottorandi e ricercatori della Scuola di alta formazione di ADAPT. Siamo tuttavia convinti che un siffatto sforzo possa produrre qualcosa di utile e concreto solo se accompagnato dal pieno coinvolgimento di uomini e donne di azienda, operatori del mercato del lavoro, consulenti legali, ricercatori e cultori della materia che sono tutti invitati a unirsi a noi attraverso una piattaforma di cooperazione ad accesso riservato. Altrettanto faremo con le parti sociali e con i soci di ADAPT che ci ripromettiamo di incontrare a breve per esporre il tema e il metodo di lavoro confidando nel loro imprescindibile contributo.
Siete tutti invitati a partecipare a questo lavoro che ci vedrà impegnati per i prossimi 100 giorni in modo da presentare gli esiti del lavoro nei primi mesi del 2014. Chi volesse contribuire al lavoro è pregato di inviare una mail di adesione a .
Grazie a tutti per l’attenzione e per il contributo a diffondere questa iniziativa che riteniamo molto utile e opportuna anche sul piano del costume politico del nostro Paese.
Pietro Ichino e Michele Tiraboschi”

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