Domande e risposte a proposito di "Appalti pubblici e legalità: la formula della corruzione"
Cari iscritti alla comunità,
nel corso del webinar del 12 febbraio scorso, sono stati rivolti all'esperta, dott.ssa Ilenia Filippetti, alcuni quesiti che riporto di seguito e a cui verrà data risposta. Nel blog sono graditi anche commenti degli utenti che, in relazione ai singoli quesiti, possono portare esempi di soluzioni positive da loro direttamente adottate o di cui sono a conoscenza. Grazie Ilenia per la disponibilità!
Orazio S.: A proposito dei concorsi pubblici, sussiste ancora l'obbligo di pubblicazione in GURI?
Claudia D'U: la stazione appaltante, nel bando può individuare reati per i quali inserire specifiche clausole escludenti nei confronti di chi è stato condannato per reati in danno dello Stato e della comunità che incidono sulla moralità professionale?
Fabio F.: Ma chi fa i controlli ? Quale personale ? In ogni norma c'è scritto "senza ulteriori oneri a carico dell'amministrazione"
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3 commenti
CHI EFFETTUA I CONTROLLI SUGLI APPALTI?
L'articolo 38 del codice dei contratti pubblici prevede una sequenza precisa, che parte dalle autodichiarazioni dei concorrenti e si conclude con l'acquisizione dei certificati richiesti dalla stazione appaltante. Più in particolare "il concorrente attesta il possesso dei requisiti mediante dichiarazione sostitutiva in conformità alle previsioni del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in cui indica tutte le condanne penali riportate, ivi comprese quelle per le quali abbia beneficiato della non menzione".
Coerentemente, l'art. 71 del d.P.R. n. 445 del 2000 dispone che "le amministrazioni procedenti sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive". Il successivo art. 75 prevede inoltre che, qualora dal controllo emerga la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il concorrente decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera, fatta salva l'applicazione delle conseguenze penali richiamate al successivo art. 76 del medesimo d.P.R. n. 445 del 2000.
Il bando di gara può indicare i reati incidenti sulla moralità?
L'articolo 38 del codice dei contratti dispone che "sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi, né possono essere affidatari di subappalti, e non possono stipulare i relativi contratti i soggetti: (...) c) nei cui confronti è stata pronunciata sentenza di condanna passata in giudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, oppure sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità che incidono sulla moralità professionale; è comunque causa di esclusione la condanna, con sentenza passata in giudicato, per uno o più reati di partecipazione a un'organizzazione criminale, corruzione, frode, riciclaggio, quali definiti dagli atti comunitari citati all'articolo 45, paragrafo 1, direttiva Ce 2004/18. (..)".
Per poter determinare l'esclusione dalla gara i reati dovranno pertanto:
L'individuazione di specifici reati all'interno del bando - accertati, in ogni caso, con uno uno dei provvedimenti definitivi indicati nella lettera c) - potrebbe avere il vantaggio di determinare una condotta "vincolata" per la stazione appaltante relativamente a quella spoecifica gara ma non risolverebbe, tuttavia, le possibililtà di una diversa valutazione di quei medesimi reati:
In ogni caso, la stazione appaltante dovrebbe comunque sempre valutare (volta per voltà, con esiti non sempre omogenei) la gravità dello specifico reato commesso, tenendo conto delle caratteristiche specifiche (es. risalenza nel tempo; gravità della sanzione; eventuali recidive ecc.).
Concorsi pubblici: permane l'obbligo di pubblicazione in GURI
L'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487 dispone, al comma 1, che:
Le domande di ammissione al concorso, redatte in carta semplice,devono essere indirizzate e presentate direttamente o a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica - per i concorsi unici e all'amministrazione competente negli altri casi, con esclusione di qualsiasi altro mezzo, entro il termine perentorio di giorni trenta dalla data di pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Il successivo comma 1-bis dispone inoltre che:
Per gli enti locali territoriali la pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale di cui al comma 1 puo' essere sostituita dalla pubblicazione di un "avviso" di concorso contenente gli estremi del bando e l'indicazione della scadenza del termine per la presentazione delle domande.
Tali disposizioni sono rimaste in vigore anche dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 33 del 2013.