Spending review: la razionalizzazione degli spazi della PA verso il modello del federal building

letto 3724 voltepubblicato il 23/04/2015 - 20:23 nel blog di Donatella Imparato, in Osservatorio Spending Review

Nel , tra gli ambiti più rilevanti dell’azione di revisione della spesa, viene indicato l’obiettivo di concentrare le strutture dell’amministrazione centrale presenti sul territorio in un singolo sito cittadino, secondo il modello del Federal Building statunitense. L’iniziativa è stata più volte delineata in diverse occasioni dal nuovo Commissario Yoram Gutgeld, che la ritiene un esempio di come la revisione della spesa si possa coniugare con il miglioramento del rapporto tra PA e cittadini.

Il processo di concentrazione della presenza fisica della PA periferica, attualmente molto frammentata, in un singolo sito cittadino mira da un lato a recuperare efficienza nell’occupazione e nella gestione degli immobili, ovvero portando a risparmi sui costi logistici e di manutenzione (pur non essendo attualmente indicati e quantificati specifici target di risparmio); e dall’altro tale processo, come indicato nel , avrà anche la finalità di migliorare il livello di servizio ai cittadini proprio attraverso la concentrazione fisica delle sedi pubbliche. A governare il processo di concentrazione delle strutture periferiche dello Stato sarà l’Agenzia del Demanio, come previsto dal DL 66/2014, a partire dai piani di razionalizzazione nazionale degli spazi occupati che le amministrazioni statali dovranno predisporre entro il 30 giugno 2015. Il piano dovrà prevedere, a decorrere dal 2016, un complessivo efficientamento della presenza territoriale, attraverso l'utilizzo di immobili pubblici disponibili, anche in condivisione con altre amministrazioni pubbliche, compresi quelli di proprietà degli enti pubblici, e il rilascio di immobili condotti in locazione passiva in modo da garantire per ciascuna amministrazione, una riduzione della spesa per le locazioni passive non inferiore al 50% della spesa sostenuta nel 2014 e una riduzione degli spazi utilizzati negli immobili dello Stato non inferiore al 30% in rapporto allo stesso anno.

Il processo di concentrazione acquista una notevole rilevanza per le azioni di revisione della spesa indicate nel PNR soprattutto tenendo conto del peso quantitativo della spesa per locazioni passive sostenute dalla PA nel suo complesso. Secondo alcune indicazioni quantitative sull’ammontare della spesa della PA per locazioni passive, fornite dal nel 2014, le amministrazioni centrali utilizzano immobili per circa 79.290.000 mq; di questi l’81% (circa 64.345.000 mq) sono di proprietà dello Stato e il restante 19% (circa 14.945.000 mq) di proprietà di privati e di altri enti pubblici. La spesa complessiva per le locazioni passive è stimata in 1.215 milioni di euro. Escludendo, poi, dall’analisi il Ministero della Difesa, che da solo utilizza i due terzi delle superfici di proprietà (circa 42.564.000 mq), si ottiene che le restanti amministrazioni dello Stato utilizzano nel 60% dei casi immobili pubblici e per il 40% immobili di terzi, aumentando così notevolmente la spesa per locazioni passive.

A queste stime va aggiunto il dato relativo alle locazioni passive delle PA diverse da quelle centrali che, secondo una rilevazione realizzata dal AVCP nel 2012 sui canoni di locazione passiva delle amministrazioni non centrali e delle società partecipate, evidenzia una spesa annua complessiva di circa 1.050 milioni di euro. Complessivamente la spesa ammonterebbe dunque a circa 2.265 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i costi annuali di gestione; i costi di utilizzo degli immobili demaniali, ecc., per i quali però non si dispone di stime ufficiali aggiornate.

Realizzare questa trasformazione della geografia e dell’organizzazione strutturale della PA avrebbe un impatto rilevante sulla riduzione della spesa pubblica, ma allo stesso consentirebbe un miglioramento delle modalità di erogazione dei servizi offerti dalla PA ai cittadini. A questo potrebbe essere associata anche una maggiore facilità di realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di impatto ambientale, come avviene in altre realtà internazionali (ad esempio le attività per efficientamento energetico degli edifici pubblici svolti dall’degli USA).

Il nuovo assetto della concentrazione della PA che viene prospettato dalla creazione di agglomerati di PA come i federal building statunitensi dovrà però tener conto di molte ed importanti variabili durante il percorso realizzativo di questa importante trasformazione sociale che riguarderà il modo di lavorare, l’urbanistica delle città, ecc. Trascurare questi elementi farebbe correre il rischio di ritrovarci di fronte a tentativi ed esperimenti mai del tutto decollati come i già sentiti sportelli polifunzionali. Forse il forte impulso dato dalla necessità di ridurre la spesa pubblica improduttiva otterrà maggiori risultati del solo miglioramento del rapporto tra PA e cittadini che tentava di spronare la realizzazione degli sportelli polifunzionali o multiente.

 

Per approfondire vedi anche l dell'Ufficio parlamentare di bilancio

1 commento

Donatella  Imparato

Donatella Imparato09/06/2015 - 13:01 (aggiornato 09/06/2015 - 13:01)

Il primo progetto di federal building sarà realizzato a Chieti. A dichiararlo è stato il Ministro Padoan in un a Forum PA lo scorso 27 maggio.

Qualche tempo fa, avevamo già parlato in una nostra dell'esperienza del piano di razionalizzazione delle sedi delle amministrazioni statali di Chieti, che prevede la realizzazione di un polo logistico-amministrativo per ottenere un risparmio a regime di canoni di locazione di oltre 2 milioni di euro l’anno.

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