Spending review. L’impatto dei tagli alla spesa pubblica sulle donne. Uno studio ONU

letto 1844 voltepubblicato il 08/05/2015 - 11:36 nel blog di Donatella Imparato, in Osservatorio Spending Review

Di recente è stato pubblicato il Rapporto ONU “I Progressi delle donne nel mondo 2015-2016: economie che si trasformano, diritti che si realizzano”, dove, nel capitolo , vengono tra l‘altro analizzati gli effetti dei tagli alla spesa pubblica sulla vita delle donne, mettendo in evidenza le notevoli differenze degli impatti tra i generi.

Le politiche macro economiche, che dovrebbero essere per assunto gender neutral, hanno invece conseguenze distributive che impattano differentemente su donne e uomini ed influenzano fortemente le dinamiche di genere.

"In European countries, austerity measures are threatening public services. The austerity measures are a women's rights issue in terms of cuts in public services, and those in particular impact on women because they tend to be over-represented in public sector jobs", afferma la co-autrice del rapporto Laura Turquet in occasione della sua presentazione il 27 aprile scorso.

La crisi finanziaria di questi anni ha distolto risorse pubbliche dalla spesa sociale per sostenere invece il settore finanziario e contenere il debito pubblico, anche attraverso una diminuzione dell’impiego pubblico. Le minori risorse rivolte ai servizi sociali ed ai servizi pubblici hanno avuto l’effetto di rendere più difficile l’affermarsi dei diritti delle donne rispetto agli uomini, che sono meno dipendenti da un efficiente e diffuso sistema dei servizi sociali. I tagli alla spesa sociale, per servizi di cura ed assistenziali, servizi educativi e di assistenza all’infanzia aumentano il carico delle donne per il lavoro di cura allontanandole in questo modo dal mondo del lavoro.

Sono trascorsi venti anni dalla Conferenza di Pechino e pur assistendo ad un forte e crescente consenso globale sulla necessità di raggiungere la parità di genere, pur avendo raggiunto progressi significativi verso questo obiettivo, queste conquiste non hanno ancora prodotto pari risultati per donne e ragazze.

L'economia globale non funziona per le donne, ancora oggi i diritti delle donne - il diritto di tutte le donne ad avere un lavoro giusto, con parità di retribuzione e con condizioni di lavoro sicure; il diritto a una pensione adeguata; il diritto alla salute, e il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari - non sono del tutto affermati.

Basti pensare che in tutto il mondo - rivela il rapporto - le donne sono pagate il 24% in meno rispetto agli uomini, e questo divario retributivo tra i sessi si allarga per le donne con i bambini.

Oggi è importante valutare ciò che si è raggiunto per i diritti umani ed è altrettanto importante mettere in evidenza dove esiste il pericolo di commettere errori, riducendo l’equità tra generi, gruppi o territori.

Il rapporto invita i governi a realizzare politiche che aiutino a colmare le lacune, trasformando le economie e realizzando i diritti umani. Come?

Trasformando il lavoro per i diritti delle donne

Con la giusta combinazione di politiche economiche e sociali, i governi possono generare dignitosi posti di lavoro per le donne e possono garantire che l’assistenza a titolo gratuito, che contribuisce al sostegno di tutte le economie, venga riconosciuta e sostenuta.

Rendendo la politica sociale funzionale per le donne

Servizi sociali ben progettati (sanità, servizi di assistenza, servizi idrici e servizi igienico-sanitari ) e le misure di protezione sociale (assegni familiari e pensioni) possono migliorare la sicurezza del reddito delle donne, ed espandere le loro scelte di vita.

Verso un contesto macroeconomico propizio

Le politiche macroeconomiche possono e devono sostenere la realizzazione dei diritti delle donne, attraverso la creazione di economie dinamiche e stabili, creando lavoro dignitoso e mobilitando risorse per finanziare i servizi pubblici essenziali.

Inoltre, i governi possono reperire risorse nuove per finanziare le politiche sociali innanzitutto contrastando l’evasione fiscale o reindirizzando le risorse da settori come la sicurezza e l’esercito verso politiche di protezione sociale, come hanno già fatto Cambogia, Costa Rica, Mauritius e Sri Lanka.

Il rapporto contiene una serie di analisi e soluzioni assai interessanti ma soprattutto sensibilizza ad una più attenta valutazione delle politiche macroeconomiche ed in particolare di revisione della spesa.

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1 commento

Roberto Formato

Roberto Formato10/05/2015 - 17:13 (aggiornato 10/05/2015 - 17:13)

I diritti delle donne sono sicuramente un termometro imprortante della democrazia in un Paese. Mi ricollego al tuo approccio "internazionale" per segnalare come, in questo particolare momento storico, con le tensioni che investono il mondo arabo-musulmano, tale questione ha assunto la massima rilevanza. Per esempio, di ritorno da un interessantissimo viaggio in Palestina, ho avuto modo di verificare come le associazioni delle donne rappresentino, in molti villaggi, un vero e proprio antidoto contro la possibile diffusione dell'estremismo islamico e il loro rafforzamento viene specificamente stimolato proprio con questa finalità. Siamo forse un pò "off-topic" rispetto al tema della spending review, ma mi è sembrato interessante postarti questa mia riflessione!